Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
26 novembre 2013

In Italia rispuntano il baratto e la fantasia commerciale

Secondo i dati resi noti dall’Istat, nei primi sei mesi di quest’anno il potere d’acquisto delle famiglie italiane ha registrato una flessione dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2012. Non stupisce perciò la caduta verticale subita dai consumi: Confcommercio ipotizza un -2,2% nel 2013, dopo il disastroso -4,3% del 2012.

Con numeri del genere, è chiaro a tutti come sia necessario alle aziende trovare e percorrere nuove strade, per mantenere vivi i propri fatturati, far fruttare la merce in eccedenza nei magazzini, far rendere i servizi o gli spazi inutilizzati. Ecco, quindi, come finalmente anche in Italia si stia scoprendo la via del “baratto commerciale”, come soluzione parziale ai morsi della crisi. Una boccata d’ossigeno piccola, ma tuttavia capace di far rendere i pochi soldi in tasca. “La Voce della Russia” ha interpellato in merito Paolo Arnello, managing director di iBARTER, uno dei primi portali in Italia specializzato nello scambio di beni e servizi tra imprese associate.

- Come nasce questa iniziativa?

- Semplicemente dall’esperienza di un gruppo di tre soci, maturata nel mondo del baratto a livello internazionale, della produzione e della fornitura di servizi su piattaforme Internet. Abbiamo unito le nostre competenze, e dopo meno di un anno si sono associate a iBARTER più di 500 aziende, tra le quali Buzzi Uncem, Groupon, Subito.it e La Montina (solo per citarne alcune). Personalmente, ho rappresentato per più di vent’anni nel nostro Paese una delle più importanti imprese americane che si occupavano di baratto multilaterale, trattando per questa con aziende corporate. In questo lungo periodo sono arrivato alla conclusione che lo scambio di beni e servizi possa essere fonte di business e di vantaggi per molte PMI (piccole e medie imprese): queste ultime, attraverso tale forma di commercio, possono risparmiare denaro e aumentare i profitti.

- Quali sono state le difficoltà che avete incontrato?

- Rendere il barter di immediato e semplice utilizzo. Per le PMI l’attivazione di un consulenza sarebbe stato antieconomico, e per questo motivo siamo ricorsi alla tecnologia, con la predisposizione di un sito che favorisce l’incontro domanda-offerta tra imprese senza la movimentazione di denaro.

- Nella pratica, che cosa deve fare una ditta per accedere al mondo del baratto?

- Deve iscriversi al portale e inserire le proprie offerte commerciali, avendo comunque a disposizione un servizio-clienti per meglio definire le modalità di interazione. Ogni associato può muoversi liberamente dentro la piattaforma, proporre servizi ed entrare in contatto con tutti gli altri associati, creando così le basi di un nuovo network.

- Quanto ha influito la crisi nella capacità di penetrazione del vostro sito?

- Nei momenti di crisi una persona valuta diverse alternative. I vantaggi economici che offriamo sono molteplici: maggiori vendite, più sicurezza d’incasso, accesso al microcredito, eventualmente anche la saturazione delle linee. Certamente non risolviamo tutti i problemi del sistema economico del nostro Paese, ma la forma di pagamento attraverso beni offre una via alternativa molto efficace per monetizzare una capacità produttiva, a volte inespressa, o una disponibilità di merci che giace invenduta nel proprio magazzino. Abbiamo quantificato che le PMI possono avere un aumento tra il 4 e il 5% del proprio fatturato, grazie ai servizi di baratto commerciale e multilaterale che offriamo loro.

- Rispetto all’esperienza americana, quali differenze ha riscontrato nel mercato italiano?

- Vi è una sostanziale differenza d’approccio sulla trasparenza. Negli Stati Uniti, come anche in altri Stati europei, quando qualcuno ti viene a proporre qualche cosa, la proposta è considerata seria fin da subito e viene trattata di conseguenza. C’è meno diffidenza, insomma, rispetto all’Italia. In altri Paesi, in particolare in quelli di matrice anglosassone, quando si mettono in atto comportamenti non etici, le sanzioni che si subiscono sono pesanti e ti squalificano immediatamente in quel mercato.

- Il vostro sito si sta aprendo anche oltre i confini italiani?

- Certamente: desideriamo replicare la nostra esperienza anche all’estero. Stiamo costruendo un portale analogo in Spagna, ma vorremmo aprire anche in Russia, un mercato in forte crescita, il quale pur avendo grandi disponibilità di denaro, potrebbe partire in anticipo nell’ottimizzare il proprio fatturato.

di Marco Fontana - Pubblicato da LA VOCE DELLA RUSSIA

 

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