Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
26 dicembre 2016

Italia: tutti gli sconfitti del 2016

L’anno che sta per finire anche per la nostra Penisola viene ben fotografato da due fatti che accomunano Settentrione e Meridione, seguendo una lunga linea di malcostume e malaffare.

A nord, l'autosospensione del sindaco di Milano Giuseppe Sala, dopo la sua iscrizione nel registro degli indagati nell'inchiesta sull'Expo, e più a sud l'arresto di Raffaele Marra, fedelissimo della sindaca di Roma Virginia Raggi e capo del personale del Campidoglio, per presunta corruzione nella vendita delle case Enasarco. Partendo da queste immagini di grottesca italianità, proviamo a tracciare un bilancio del 2016: oltre ai politici che hanno perso la scommessa referendaria, ma che sbattuti fuori dalla porta dal popolo italiano rientreranno a palazzo dalla finestra, chi sono i veri sconfitti di questo bisestile così burrascoso?

Iniziamo dai buggerati dal sistema bancario, i quali non sapranno mai chi ringraziare per essere finiti sul lastrico. Col fallimento delle Banche Etruria, Marche, Chieti e Ferrara, 140 mila risparmiatori hanno perso 430 milioni di euro. E oltre il danno, la beffa. Per Banca Etruria, tutti gli imputati sono stati prosciolti dall'accusa di ostacolo alla Vigilanza: l'ex presidente Giuseppe Fornasari, l'ex dg Luca Bronchi e il direttore centrale Davide Canestri non hanno commesso il fatto. Tutto bene se la magistratura avesse provveduto immediatamente a iscrivere nella lista degli indagati Consob e Banca d'Italia.

Già, nel Belpaese nessuno deve mai pagare: se i vertici di Banca Etruria hanno comunicato lo stato dei conti e non hanno ostacolato la Vigilanza, allora non sarà che chi doveva vigilare ha mancato al proprio dovere? Ora, non diciamo di condannare — quello lo deciderà la magistratura — ma almeno di avviare delle indagini sugli organi che avrebbero dovuto svolgere il controllo, visto anche che il flusso di dati corretti perveniva ai loro database. Ad oggi, sembra che la vicenda debba finire a tarallucci e vino. Poi c'è il bubbone Monte dei Paschi, sempre in procinto di scoppiare: ma per l'ennesima volta si chiederà agli italiani un sacrificio per rimettere in piedi il carozzone, espressione di un certo partito politico. Qui a risultare sconfitti non sono tanto i risparmiatori (almeno quelli piccoli paiono al sicuro), ma l'intera popolazione italiana che ancora oggi aspetta una condanna di qualcuno dei responsabili. Anche in questo caso: ma è impossibile persino telefonare all'ex direttore Giuseppe Mussarri, colui che spese 9 miliardi per acquistare Banca Antonveneta (ad un valore circa sei volte superiore a quello di mercato), e chiedergli il conto per le scelte sbagliate? Sembra di sì: e alla fine paga lo Stato, cioè noi. Poi dall'altra parte ci sono gli sventurati che hanno subito errori giudiziari, con drammatiche storie di famiglie rovinate a causa dell'inerzia o dell'inettitudine di chi dovrebbe essere molto sicuro di quello che fa, quando getta in carcere un cittadino.

Tra le file dei battuti del 2016 vi sono poi tutti i nuovi poveri, un vero e proprio esercito di 4,6 milioni di individui. Una situazione drammatica, tra le peggiori d'Europa. A questo dato sconfortante va aggiunto il 25% di "NEET", cioè quei ragazzi scoraggiati che non studiano e non cercano una occupazione: siamo bandiera nera del continente. All'Italia attuale manca l'idea stessa di speranza, di una luce fuori dal tunnel, di valori per i quali combattere: regnano edonismo e nichilismo. E c'è una parte di sconfitti anche tra i lavoratori e gli imprenditori che hanno perso posto o azienda, e che per questo motivo si sono suicidati: circa 100 nel 2016. Alla faccia dei soloni che dicono che la crisi è ormai alle spalle. Questo è uno Stato che pensa all'inclusione dei flussi migratori e all'integrazione delle "risorse", ma che non riesce nemmeno a salvare dalla morte gli italiani buttati in mezzo a una strada dalla crisi e dalla tasse.

Che dire poi degli imprenditori rovinati dalle stolte sanzioni contro la Russia… Ammonta a 3,6 miliardi di mancate esportazioni il conto salato pagato dall'Italia. A registrare i danni maggiori sono stati il comprato auto (-60%), i prodotti in metallo (-36%), gli alimentari (-34%) e l'abbigliamento (-31%), ma ci sono anche i mobili e la meccanica. Siamo di fronte a numeri da capogiro che si traducono in una notevole riduzione di Pil, con conseguenze che è facile immaginare.

Il grande sconfitto dell'anno rimane infine il popolo italiano, nel momento in cui ha visto che al governo cambiano solo le facce, ma la sostanza resta la stessa, quella di una classe politica vittima del narcisismo e dell'individualismo di pochi e incapace di varare le indispendabili riforme che si attendono da anni. Così, concludiamo banalmente, constatando che i politici italiani antepongono l'interesse personale (o di partito o di "casta") a quello della collettività. Ecco quindi l'Italia e gli italiani a remare, barche controcorrente — come direbbe Fitzgerald — risospinti senza sosta nel passato.

di Marco FontanaPubblicato da Sputnik Italia
 
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