Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
09 settembre 2011

Ieri riflettori puntati sul nuovo stadio della Juve. A quando sul Filadelfia?

Ieri sera è stata la notte della Juventus. Tutti i riflettori sono stati puntati sulla grande cerimonia per l'inaugurazione del nuovo stadio della società calcistica torinese, la prima a realizzare uno stadio interamente di sua proprietà. Una vera e propria 'casa', così come l'ha definita in toni entusiastici un emozionato Andrea Agnelli. Una festa di luci, colori, applausi e giochi pirotecnici che consegna a tutti i tifosi italiani un gioiellino di cui andare estremamente fieri.

Terminato il gaudio è però ora di bilanci. E un quesito in particolare dovrebbe interessare tutti i cittadini di Torino, a prescindere dalla fede calcistica: a quando la realizzazione del nuovo stadio Filadelfia ? Quanto sarà necessario attendere affinchè l'Amministrazione comunale presterà la medesima attenzione anche all'altra squdra di Torino?

Non può infatti passare sotto traccia come per realizzare il nuovo Stadio Juventus F.c. la squadra degli Agnelli, quotata in Borsa, abbia fatto ricorso a ricette antiche: due mutui per complessivi 60 milioni di euro in prestito da una banca pubblica, l’Istituto per il credito sportivo, una variante che modifica l’area dello Stadio delle Alpi da luogo destinato a servizi pubblici a Zona urbana di trasformazione; la concessione - da parte del Comune di Torino - di 349mila metri quadri per 99 anni al prezzo di meno di un euro al metro quadro per ogni anno. E, come se non bastasse, una seconda variante che ha permesso di costruire - accanto allo stadio - due centri commerciali, progetto nel quale la Juve ha coinvolto alcune cooperative (Cmb, Unieco, Nordiconad).

Percarità la Juventus ha fatto bene ad accettare le regalie del Comune di Torino, sarebbe stato incosciente non farlo. Ma dopo l'acquisto delle aree Fiat a un prezzo fuori mercato forse avrebbe potuto a livello etico declinare l'invito e per una volta pagare come qualsiasi altro cittadino per ottenere quello che desidera.

Un piatto della bilancia che pende sempre da una sola parte. Basti pensari che i Tifosi del Toro hanno dovuto pure combattere in Provincia di Torino per vedere ospitato all'interno della Basilica di Superga un piccolo museo ricordo della drammatica morte degli 'invincibili'. Un trattamento ben diverso rispetto alle porte spalancate delle quali benefica sempre e comunque la società Juventus. E d'altra parte se neppure la famiglia Berlusconi non ha ancora deciso a Milano di reallizzare uno stadio di sua proprietà qualche domanda bisognerebbe porsela. Forse la ragione è da rintracciare nella minore attenzione delle istituzioni pubbliche? 

Per il Filadelfia non è neppure bastato l'intervento della Fai, fondazione che si occupa di tenere desta la memoria su questi gioielli architettonici, artistici e paesaggistici, che sono poi la «storia» del nostra Paese, con diverse iniziative. Dal 2003 ha creato «I luoghi del Cuore», sorta di censimento nazionale promosso in collaborazione con Intesa Sanpaolo che chiede ai cittadini di indicare quei posti che sentono particolarmente cari e importanti e che vorrebbero fossero ricordati e conservati intatti per le generazioni future. Ordunque, la scelta dal Cusio Ossola ai Nebrodi è più che ampia e variegata. Al momento per le segnalazioni dei singoli, on line e cartacei, in classifica al secondo posto fra tutti i «luoghi del cuore» uno stadio che non c’è più: il Filadelfia. Hanno votato per il simulacro del Fila in 5311, meglio ha fatto soltanto Casa Bossi palazzo ottocentesco realizzato dall’Antonelli a Novara, che vanta 6266 voti ed ha l’appoggio di un testimonial prestigioso come l’architetto Vittorio Gregotti. In terza posizione, con un distacco degno della squadra di capitan Valentino Mazzola negli anni d’oro, ecco la Fortezza Svevo Angioina di Lucera (Foggia): 2976.

Ora bisognerebbe realmente chiedersi quando anche per il Filadelfia si accenderanno le luci della ribalta, evitando che per l'ennesima volta l'amministrazione pubblica si limiti a tirare fuori il tema solo in occasione della competizione elettorale.

di Marco Fontana

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