A Torino si moltiplicano i centri per islamici

Continua ad aumentare il numero di centri per islamici nella città di Torino. Da un recente censimento nel capoluogo piemontese sarebbero attive almeno quattordici moschee, due secondo i ben informati in odore di integralismo religioso (quelle di via Mottalciata e via Cottolengo). 

Ad esse da dicembre si aggiungerà un nuovo centro islamico che oggi è in fase di ristrutturazione nel quartiere di Mirafiori e che si chiamerà "Al Yamama", cioè "la colomba della pace". Secondo il presidente dell'associazione di promozione sociale, Said Hammadha, non si tratterà di una nuova moschea (pur avendo una sala dedicata alla preghiera) bensì di un centro polifunzionale composto da un consultorio psicologico, un "dopo scuola"  per bambini e adolescenti, un centro per imparare l'arabo per italiani e viceversa. Inoltre verrà aperto anche un banco alimentare e verrà offerto un internet point.

Sicuramente depone a favore dell'associazione che essa sia la prima a Torino con due donne nel consiglio d'amministrazione e che sono pronti ad accogliere anche gli italiani che vogliano conoscere da vicino la realtà araba. Resta da vedere quanti soldi pubblici l'assessore all'Integrazione, Ida Curti, offrirà in via privilegiata a questa nuova realtà: una scelta che potrebbe cozzare contro i legittimi interessi delle altre associazioni culturali torinesi. Un esempio è l'associazione che si cura dei corsi di russo che oggi, a causa del disinteresse politico della Giunta Fassino rischia di chiudere. Si spera che non vi siano trattamenti di serie A e B.

di Marco Fontana