Marco Fontana
Circoscrizione 12
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
15 luglio 2015

Evitato il Grexit, ma continua la Terza guerra mondiale

Raggiunto l’accordo con l’UE per un maxi prestito-ponte che scongiurerebbe il temuto Grexit, molte voci si stanno levando contro questo patto. Come si vive in Italia la nuova apertura di credito nei confronti della Grecia?

Lo abbiamo chiesto a Cristiano Puglisi, esperto di politica internazionale, editorialista per "Libero" e "IlGiornaleOff", Consigliere Delegato alle Relazioni Istituzionali dell'APICAM (Associazione Promozioni Industriali Commerciali e Agricole nel Maghreb).

- Questo accordo con l'UE è una vittoria per la Grecia o per l'Europa? o è una sconfitta per entrambi?

- E' una disfatta per tutti. Le richieste dell'UE sono disumane: abbassamento delle pensioni, privatizzazione di servizi pubblici a favore delle multinazionali, ulteriore riduzione dello Stato sociale. Per un Paese che ha visto riemergere la malnutrizione infantile e che ha una disoccupazione vicina al 30%, queste misure sono un atto di guerra. E' un film già visto, purtroppo, nella Repubblica di Weimar. Dopo la Prima guerra mondiale furono imposte alla Germania condizioni intollerabili per la popolazione; l'assoluta inflessibilità della comunità internazionale nell'esigere il rispetto di quegli obblighi condusse alla catastrofe che sappiamo. Questa tragica miopia politica mostra il totale asservimento della classe dirigente europea alle lobby finanziarie. Merkel e i falchi si interessano di cifre, ma i greci sono esseri umani.

- Come esce da questo accordo Tsipras?

- Malissimo. Tsipras ha capitolato senza quasi combattere, tradendo il voto del referendum. Il malcontento della gente è destinato a convogliarsi verso posizioni radicali, come ad esempio Alba Dorata, che ha molto puntato proprio sull'incapacità di Tsipras di "tenera la schiena dritta" davanti agli euroburocrati. Mi pare francamente incredibile come, in questo panorama, Merkel e compagnia abbiano ipotizzato di instaurare in Grecia un governo tecnico.

- Quanto hanno influito gli appelli americani per scongiurare il nein della Germania?

- Nulla. Gli USA sono presi tra due fuochi. Da un lato Obama non ha avallato completamente la linea dei falchi, conscio che se in Grecia la situazione sfuggisse di mano sarebbero inevitabili il Grexit e l'avvicinamento greco a Russia, SCO e BRICS. Molti fingono di dimenticare che la nascita dell'Europa unita fu favorita dagli stessi Stati Uniti per contrastare l'URSS, come risulta da documenti declassificati dalla CIA già nel 2000. Dall'altro lato gli USA, proprio come l'UE, sono un'entità sottoposta ai desiderata dei grandi poteri economici globali, ai cui programmi non tentano nemmeno di opporsi. Ecco cosa significa la globalizzazione incontrollata, propagandata da sociologi ed economisti come Friedman e Von Hayek. Oggi, delle 175 maggiori entità economiche mondiali, 112 sono aziende private, le altre sono Paesi. Queste aziende private sono per lo più società occidentali. Ogni decisione presa in Europa e in America serve ad accontentarle, indipendentemente da criteri politici o sociali. La volontà popolare, come dimostra il caso greco, viene palesemente ignorata.

- In Austria si profila un altro storico referendum: l'accordo con la Grecia scongiurerà l'uscita dell'Austria dall'UE?

- L'Austria è particolare: è da sempre una frontiera tra Occidente e Oriente. Conserve una sua autonomia di pensiero già dai tempi della Guerra Fredda. Vienna era un "hub" per le spie di entrambi gli schieramenti. Ancora oggi non è a pieno titolo nella NATO e il suo Governo ha spesso preso posizione contro i diktat di Bruxelles. Non credo che gli eventi ellenici avranno ripercussioni sul destino dell'Austria, nella quale la raccolta firme del referendum è stata proposta da un movimento spontaneo, senza l'avallo governativo.

- Quali scenari si potrebbero delineare con l'uscita della Grecia? Che effetto si avrebbe sugli Stati Uniti?

- Come già detto, sarebbe inevitabile un avvicinamento alla Russia. Dobbiamo renderci conto che si sta formando un blocco alternativo all'egemonia americana: ciò genera nervosismo e continui "dispetti". Da un lato gli Usa si fanno accomodanti con Iran, Cuba e Vietnam, dall'altro Mosca accarezza l'Arabia Saudita, la Turchia e appunto la Grecia, con la quale ha una notevole vicinanza culturale dovuta al cristianesimo ortodosso. Però, a mio parere, Tsipras nelle trattative con Putin ha svolto un ruolo secondario. Più discreto, ma ben più importante, è il ruolo del ministro della Difesa Panos Kammenos, che non fa parte di Syriza, ma ha permesso coi suoi numeri la costituzione del governo Tsipras. Credo sia una personalità da seguire nell'ambito dell'evoluzione della crisi greca.

- Sulla decisione ha pesato anche la crisi ucraina? Avere più fronti aperti era insostenibile per USA e UE?

- Probabile. Ma, vista la terribile situazione sociale di Atene, temo che la questione sia stata solo spostata nel tempo. Il popolo greco non può reggere questo affronto.

- Vendere i gioielli di famiglia come ha fatto la Grecia è finanza creativa?

- No, è proprio un suicido. Non si tratta di liquidare qualche stipendificio o fabbrica di sprechi, come nel caso di molte municipalizzate. Qui è macelleria sociale, fatta passare come riforme necessarie dalla stampa mainstream, totalmente asservita ai poteri forti europei. I servizi pubblici e le imprese strategiche sono la cassaforte di uno Stato: privatizzandoli si ottiene un guadagno nell'immediato, ma una perdita costante nel lungo periodo. Lo abbiamo visto in Italia dal 1992 in poi, dalla riunione sul Britannia passando per il governo Monti e infine con Renzi. Oggi assistiamo al passaggio dell'Ansaldo ai giapponesi di Hitachi: un'azienda di Stato che fatturava miliardi…svenduta per 36 milioni!

- Esiste ancora l'Europa?


- L'Europa continuerà ad esistere se troveremo la forza di ribellarci a questo scempio. L'Unione Europea è contro l'Europa, come dice spesso un intellettuale che ammiro moltissimo, Gianluca Savoini. Lo vediamo in ogni cosa, dal TTIP che vuole spazzare via le piccole e medie imprese dell'agroalimentare e tutte le sigle di tutela, come Dop e Igp, fino alla folle idolatria del gender, l'educazione omosex imposta alle scuole per direttiva comunitaria. Esiste qualcosa di diabolico in questo disegno, quasi una mano invisibile guidata da un'ideologia antiumana e totalitaria, votata al materialismo, al consumismo, al buonismo autodistruttivo. Solo rievocando la nostra identità profonda potremo resistere e combattere. Questa, lo si capisca una volta per tutte, è una guerra.

di Marco Fontana - Pubblicato da Sputnik Italia
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