Marco Fontana
Circoscrizione 12
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
25 giugno 2018

L’Europa tenterà di mettere zizzania tra Lega e M5S

Mentre continua la campagna di odio lanciata da giornalisti e intellettuali di tutta Europa (Italia compresa), i primi scricchiolii iniziano a percepirsi all'interno dell’esecutivo.

I sondaggi vedono infatti il Movimento Cinque Stelle pericolosamente in affanno rispetto alla Lega, ed è la prima volta che si registra il sorpasso dei consensi: probabilmente i grillini stanno patendo il protagonismo e l'iperattivismo del ministro Salvini. Dopo soli tre mesi dalle elezioni e soprattutto a seguito delle prime settimane di governo, la Lega è balzata al 30,1% contro il 29,9% del partito capeggiato da Di Maio. È un recupero poderoso, un +12,7% che deriva dalla fermezza del leader leghista rispetto alle decisioni sul tema dell'immigrazione e sui rapporti con l'Unione europea, nonché rispetto alle promesse fatte ai propri elettori.

La flessione del Movimento nasce proprio dai due temi che Salvini ha elevato a terreno di scontro coll'intellighenzia europeista. Nei rapporti con l'UE i due partiti vincitori delle elezioni hanno assunto il ruolo del poliziotto cattivo e del poliziotto buono: uno grida e strepita per ottenere da Bruxelles quell'attenzione che era stata finora negata ai problemi dell'Italia; l'altro si cimenta nella mediazione tra le posizioni. La vicenda Aquarius è l'emblema di questo gioco delle parti, nel quale però finisce per avere la meglio chi imposta la sua comunicazione usando frasi-chiave del patriottismo e del sovranismo. Non è un caso che la Lega sia cresciuta del 3,1% proprio nell'ultima settimana: Salvini sta incarnando il ruolo del "cattivo" che gli calza alla perfezione. Dopo l'Aquarius, adesso è impegnato in un braccio di ferro col ministro dei Trasporti pentastellato Toninelli per bloccare la nave olandese dell'Ong Lifeline. Pare che a bordo vi sia un equipaggio che aveva già operato su una nave sequestrata, la Iuventa. Toninelli vuol fare sbarcare le persone a bordo e sequestrare il mezzo, mentre Salvini vuole respingere l'imbarcazione affinché sia l'Olanda ad accogliere i migranti.

È evidente come questa diversità di vedute possa alla lunga incrinare i rapporti tra le forze di maggioranza. Non a caso Macron continua a lavorare sul premier Conte per far sì che isoli Salvini a livello di Consiglio dei Ministri. Il presidente francese ha anche affermato sprezzantemente:

I populisti crescono come una lebbra un po' ovunque anche in Paesi in cui credevamo fosse impossibile vederli riapparire. I nostri amici vicini dicono le cose peggiori e noi ci abituiamo! Fanno le peggiori provocazioni e nessuno si scandalizza, tradiscono anche l'asilo, fanno le peggiori provocazioni umanitarie… È contro di loro che dobbiamo scandalizzarci, non dividendoci tra noi stessi. Contro il nazionalismo che rinasce, contro le frontiere chiuse che propongono alcuni.

Senza citare le pesanti ingerenze francesi nei Paesi africani, per far tacere i cugini d'oltralpe basterebbe rammentare loro i fattacci di Ventimiglia e di Bardonecchia. La linea morbida del M5S potrebbe far credere ad alcuni leader europei che vi sia un buon margine di manovra per dividere dall'interno il governo giallo-verde. Tuttavia, Conte tiene botta. Dal suo profilo Facebook ha fatto sapere di aver comunicato alla Merkel che non avrebbe partecipato al prossimo vertice europeo qualora vi venisse presentato un disegno di legge preconfezionato sull'immigrazione: ha quindi ricevuto rassicurazioni, le quali andranno comunque verificate a vertice in corso.

Come potenziale pericolo per la creazione di attriti nella maggioranza, vi è anche una frangia di parlamentari che non riescono proprio a digerire il protagonismo di Salvini. Sono esponenti per lo più legati alla sinistra e che vivono con fastidio le posizioni intransigenti sul tema dell'immigrazione clandestina. Nei prossimi mesi, se questo fronte non dovesse essere gestito da Di Maio e Conte con estrema attenzione, rischierebbe di tramutarsi in un problema a tutti gli effetti. Per ora, gli equilibrismi hanno funzionato, ma la prova del nove arriverà quando si passerà alla costruzione della riforma fiscale e di quella sull'immigrazione. Poiché il "contratto" iniziale non ha previsto tutte le variabili che possono emergere durante l'esistenza di un governo, gli attriti più dannosi potrebbero sorgere sui punti suddetti. E l'Europa sicuramente non sarà una mera spettatrice, anzi laddove potrà, cercherà di esercitare un ruolo divisorio tra "gialli" e "verdi". D'altra parte, per chiudere l'accordo di governo col Partito Democratico, il M5S si era dimostrato pronto a ritrattare quanto affermato in campagna elettorale contro l'Europa.

La salute di questo governo, perciò, dipende fortemente dalla capacità di restare saldi e uniti contro quei poteri (esterni e interni) che si sentono sfidati dai tre leader, i due giovani e il terzo maturo, che per ora sembrano impermeabili sia alle minacce sie alle sirene.

di Marco Fontana - Pubblicato da Sputnik Italia

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