Ci voleva la crisi affinchè Comune, Provincia e Regione si riunuissero per evitare gli sprechi?
Da ieri è nata una 'cabina di regia' che si riunirà ogni lunedì mattina composta da Roberto Cota, Piero Fassino e Antonio Saitta. La manovra correttiva quindi un effetto positivo, tra i tanti negativi che si porta dietro, l'ha ottenuto: far capire agli enti locali, di tutti i colori politici, che è tempo di unirsi, mettendo insieme le risorse disponibili, procedendo per priorità e opzionando strade comuni.
Basterebbe questo per promuovere a pieni voti i tagli voluti dal Governo contro le amministrazioni locali: tagli che hanno subito gli strali isterici degli amministratori ma che la decisione presa ieri dal Comune e dalla Provincia di Torino e dalla Regione Piemonte dimostrano non essere insostenibili adottando criteri di parsimonia e di efficienza. Insomma i criteri del buon padre di famiglia che i piemontesi stanno applicando da tempo, in particolare per sopravvivere alla grave crisi finanziaria del 2008.
E' possibile risparmiare ed evitare gli sprechi, i contributi a pioggia, il mecenatismo verso i soliti amici degli amici. Insomma è possibile una politica dettata da ragioni di buon governo e non dagli interessi di parte. Per anni a Torino associazioni, nate come funghi, hanno beneficiato di contributi al 70-90% diventando delle vere e proprie controllate, mentre realtà nate spontaneamente all'interno della società non hanno mai beneficiato di contributi pubblici, languendo fino a morire nell'indifferenza della politica, solo perchè i componenti non possedevano nel proprio portafoglio una tessera di partito. Ci voleva la crisi per comprendere che era sbagliato sostenere doppioni per cinema, libri e arte contemporanea?
Ben venga quindi questa manovra finanziaria per quanto riguarda gli Enti locali, con un auspicio però che la 'cabina di regia' non diventi un gineceo di prime donne e un centro di compensazione politica, dove bilanciare gli interessi dei singoli partiti. Resta poi aperta la partita più importante, quella del cambio della classe dirigente: un tavolo del genere, una vera 'Squadra Piemonte' di fronte alla crisi del sistema Torino, ha il dovere morale di aprire un serio confronto sulle nomine nei posti chiave della vita cittadina, in modo da abbandonare una volta per tutte le candidature di bandiera prive di curriculum all'altezza, riuscendo invece a scegliere personalità capaci di attrarre sviluppo per Torino e il Piemonte. Sfruttare l'occasione della crisi per disegnare in modo bipartisan un nuovo Risorgimento del nostro Capoluogo è l'unica via per non perdere l'ultimo treno verso l'Europa che ci viene offerto dal destino.
di Marco Fontana