L'assestamento di bilancio si chiude al fotofinish. Nessun taglio ai servizi ma una sforbiciata agli sprechi
Si è conclusa con una manovra di contenimento delle spese da 19 milioni di euro la maratona per chiudere l'assestamento del bilancio 2011 del Comune di Torino 2011. I conti dell'ente pareggeranno a 1 miliardo e 240 milioni.
La manovra, illustrata dal sindaco Piero Fassino, grava per 4,2 milioni sul personale, 8 sulle spese di gestione della macchina comunale, 7 sugli assessorati. Grazie al concorso di 2 milioni di euro dato dalle Fondazioni bancarie, tuttavia, il primo cittadino ha assicurato che gli assessorati che si occupano di servizi educativi, welfare e cultura, non subiranno tagli. A dimostrazione che erano ancora ampi gli spazi per taglare gli sprechi senza mettere mano ad un ridimensionamento dei servizi.
La Città di Torino si è lamentata che le ultime tre manovre varate dal Governo hanno comportato tagli dei trasferimenti per 63 milioni di
euro, 51 dallo Stato e 12 dalla Regione. Peccato che come ricordato più volte in questo stesso sito nel 2007 la finanziaria di Prodi abbia pesato sugli enti in una volta sola per ol tre 190milioni di euro. Ma si sa che la coerenza non conta.
Resta però da apprezzare l'atteggiamento responsabile di Piero Fassino che ha dichiarato per la prima volta che la sua maggioranza non si sottrarrà dal "mettere in campo politiche di rigore per contribuire alla riduzione del debito pubblico". Insomma una indiretta presa d'atto dello stato di dissesto nella quale navigano le finanze comunali.
La stesura definitiva del bilancio 2011 sarà completata, come prevede la legge, entro il 30 novembre. "Da lunedì - ha spiegato Fassino - ci dedicheremo a costruire il bilancio 2012 con quattro obiettivi: ridurre l'indebitamento della Città, realizzare il pareggio, liberare risorse per gli investimenti e per continuare la trasformazione della città, garantire che non subiscano tagli i servizi più importanti per i cittadini".
All'esame del Giunta comunale ci sarà la valorizzazione del patrimonio immobiliare "che il ministero dell'Economia - sottolinea Fassino - ha stimato in 5 miliardi di euro", la riorganizzazione della macchina comunale, il riassetto delle società partecipate "non solo con la logica di fare cassa - ma di costruire progetti di politica industriale che valorizzino le aziende consentendo loro di aprirsi al mercato". Su quest'ultimo punto resta però da capire perchè il Comune di Torino se non vuole fare cassa abbia scelto di dismettere solo i suoi pezzi pregiati.
Resta da verificare se il sindaco di Torino per pareggiare il bilancio darà il via alla raffica di aumenti che erano stati annunciati nelle passate settimane. Pare però che per un anno i cittadini torinesi potrenno tirare un sospiro di sollievo.
di Marco Fontana