In Piemonte un terzo dei giovani under 19 ha perso il lavoro
In Piemonte un terzo dei ragazzi occupati sotto i 19 anni ha perso il lavoro: è l'aspetto più allarmante che emerge dal Bilancio sociale 2010 dell'Inps regionale, presentato questa mattina a Torino. Il documento, basato sui dati amministrativi relativi ai servizi offerti dall'Inps, evidenzia inoltre il progressivo invecchiamento della popolazione piemontese e la diminuzione del numero di italiani residenti a fronte della crescita della componente di immigrati.
Allo stesso tempo è cresciuta la componente anziana della popolazione piemontese, oltre un quinto dei residenti è over 65. Nel 2010 è aumentato il numero delle pensioni corrisposte, ma è sceso l'importo medio liquidato (la media si attesta sui 778 euro) con evidenti differenziali di genere a scapito delle donne, che percepiscono in media il 63% dell'importo di una pensione maschile. In crescita inoltre sono anche le pensioni di invalidità civile che incidono per il 10,8% sul totale delle pensioni Inps.
"Il tema dei giovani rappresenta un avviso di forte entità da risolvere - sottolinea Gregorio Tito, direttore regionale dell'Inps Piemonte - perchè questi ragazzi che lavorano così presto solitamente non hanno completato il ciclo di studi e non hanno una solidità professionale per il loro futuro. È una generazione da recuperare, serve progettare un intervento attraverso formazione e lavoro che permetta di recuperare i giovani espulsi dal mondo del lavoro. Per questo invito la Confindustria, il ministero dell'Istruzione, la Regione a istituire un tavolo di confronto per lanciare gli Stati generali dell'occupazione giovanile".
"Si profila lo sviluppo di un'emergenza sociale - aggiunge Tito - È necessario puntare sulla tutela dell'anziano e quindi serve che le istituzioni che gestiscono politiche sociali agiscano insieme per offrire servizi adeguati e funzionali". Sotto il profilo delle aziende, il Piemonte è tra le regioni del nord quella che ha pagato il prezzo più elevato, con il progressivo sottodimensionamento delle imprese, con il trend della cassa integrazione (che si sposta sempre più verso la cassa straordinaria e la cassa in deroga) e con la mancanza di liquidità. (Fonte Ansa)