Il consigliere dell'Udc ancora in pericolo di vita. Intanto Caselli tende ad escludere la pista politica
Il caso dell'agguato ad Alberto Musy, almeno per ora, sembra un rebus difficile da decifrare, mentre il consigliere comunale dell'Udc, ferito mercoledì a colpi di pistola nel cortile della sua abitazione, resta in condizioni critiche, ricoverato nel reparto di Neurorianimazione delle Molinette di Torino.
Gli inquirenti hanno scandagliato nella sua vita professionale e privata, sentendo decine di testimonianze tra colleghi di lavoro, vicini di casa, amici e conoscenti. Ma finora non sarebbe nessun elemento utile alla soluzione del mistero. "È un'indagine molto complessa - spiega Gian Carlo Caselli, procuratore capo di Torino - tutte le piste vengono prese in considerazione ma quella politica sembra ad oggi la meno probabile".
Il movente potrebbe quindi essere trovato nella sfera delle attività professionali di Musy, che è avvocato civilista e docente di diritto privato comparato, o nella vita privata, che, tuttavia, i conoscenti definiscono priva di ombre. Oggi sono sfumati i sospetti sulle due persone sulle quali ieri parevano essersi concentrate le indagini, una persona finita in difficoltà finanziarie dopo un licenziamento e un'altra che aveva avuto un rapporto di consulenza con l'avvocato.
Resta in piedi anche l'ipotesi dello scambio di persona, ma avrebbe poco credito tra gli inquirenti, orientati ad escludere che il vero obiettivo fosse un islamologo vicino di casa di Musy. Le condizioni del ferito sono stabili, restano quindi molto gravi. Musy è in pericolo di vita e continua l'angoscia dei familiari: la moglie Angelica e la sorella Antonella sono protette dalla curiosità di cronisti e fotografi all'entrata e
all'uscita dall'ospedale.
"Per sette giorni - ha spiegato il neurochirurgo Mario Illengo - sarà impossibile azzardare ogni previsione sul decorso clinico e sulle possibilità di recupero. In casi di questo genere - ha detto - nei primi giorni la situazione è particolarmente instabile, viene monitorata minuto per minuto, non ci sono elementi per fare previsioni". Illengo, rifacendosi alla letteratura medica, ha spiegato che, allo stato attuale, ogni evoluzione è possibile, "dalla guarigione completa con recupero dell'autonomia fino alle ipotesi infauste".
A preoccupare non sono le ferite provocate dai proiettili, che l'hanno colpito a un braccio e alle scapole, ma l'ischemia frontale provocata dal voluminoso ematoma, rimosso mercoledì in quattro ore di intervento chirurgico, che ha compresso un'arteria cerebrale. L'ematoma è stato provocato molto probabilmente dalla caduta dopo il ferimento, ma potrebbe anche essere stato causato da un colpo inferto con il calcio della pistola e con un altro oggetto. Un particolare comunque ininfluente per i medici che si prodigano per salvare la vita di Musy. (Fonte Ansa)