La volontà di provocare sembra essere la principale preoccupazione della Nato nella gestione dei rapporti con la Russia.
Non può essere definita altrimenti la notizia del mandato conferitole dal Pentagono per garantire un "pacchetto di difesa aerea" alla Turchia, col fine di aumentarne la capacità difensiva contro la presunta minaccia russa. Al momento la Spagna fornirebbe i missili Patriot, mentre la Germania concede i sistemi Awacs che andranno ad aggiungersi alla copertura missilistica data già adesso dall'Olanda nella provincia di Kahramanmaraş, nel sud della Turchia, 100 chilometri a nord del confine con la Siria. Le navi per il pattugliamento del Mediterraneo Orientale saranno date da Germania e Danimarca, e infine l'Italia dovrebbe vedere impegnata la propria aviazione in funzione di Air Policing.
Insomma, uno schieramento massiccio di forze che stona pesantemente con le trattative diplomatiche in atto tra Usa, Ue e Russia. Il sapore di ritorsione è forte e proviene quasi certamente della rabbia verso un premier come Putin, che continuando a produrre le prove delle connivenze esistenti tra Occidente e Isis, miete in Europa clamorosi successi di immagine per sé e affossa quella dei nostri capetti locali. Le prove che porta non sono state mai smentite coi fatti, ma screditate dalle veline dei prezzolati la cui incosistenza è pari solo al giro di affari che tutelano.
E' incredibile come l'espressione escalation militare venga utilizzata a senso unico. Perchè non iniziamo a chiamare con il proprio nome quelle azioni di aggressione vera e propria che da anni Nato e Ue applicano contro la Russia dietro appalto statunitense? La difesa della Turchia è solo l'ultimo passo di quella che sembra una rincorsa suicida verso una nuova guerra mondiale. C'è anche l'assurdo tempismo dell'invito formulato al Montenegro lo scorso 2 dicembre dai responsabili degli Affari Esteri dell'Alleanza Atlantica, per intraprendere i negoziati di una futura adesione alla Nato. La politica di annessione in atto nei Balcani non può che essere vissuta come palese e scellerata provocazione su un'area che doveva fungere da cuscinetto e che comunque appartiene in gran parte al mondo slavo e russofilo. E che le pressioni siano unilaterali è dimostrato dalle recenti proteste nello stesso Montenegro di un numero sempre maggiore di cittadini che non vogliono essere colonizzati dalla pseudo-democrazia di Usa e Ue.
E' un peccato che sia rimasto inascoltato l'appello del generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, già consigliere militare nei governi D'Alema e Berlusconi, presidente della Fondazione Icsa: In realtà le iniziative diplomatiche, a cominciare da quelle di Hollande, per una chiamata alle armi hanno partorito un topolino, operazioni militari di facciata. Se non fosse per Putin il Califfato continuerebbe ad avanzare indisturbato. Credo che il presidente francese, visti i risultati modesti della mobilitazione europea, dovrebbe chiedere la solidarietà atlantica, convocando il tavolo Nato-Russia, istituito nel 2002 da Berlusconi a Pratica di Mare. Dopo le Torri Gemelle l'alleanza rispose coesa all'appello di Bush, ora Hollande dovrebbe chiedere di ricambiare quella generosità.
Ad oggi le trattative in atto sembrano infatti attività estemporanee derivanti più dalla spinta di un'opinione pubblica che vede nel Premier russo la soluzione del problema siriano, che dalla volontà di dialogare per trovare una strada condivisa. Il dramma è che la tragedia di Parigi non ha insegnato assolutamente nulla al cosidetto mondo civilizzato occidentale, se poi si continua a confondere gli amici coi nemici. Da anni l'Occidente si occupa di stabilizzare il Medio Oriente, ma non ci è ancora riuscito. Non sarebbe ora di cambiare copione? Ahimè, lorsignori della Nato ritengono di no, anzi inviano navi nel Bosforo per sostenere coloro che hanno appena abbattuto l'aereo di un Paese che combatte contro i nostri stessi nemici. E allora non possiamo che arrenderci alla disperata evidenza che l'obiettivo degli States e dell'Unione Europea non è bonificare un'area pericolosa per la pace nel mondo, ma continuare a gestirla in modo da aumentare i propri affari. Quanto sangue dovrà ancora scorrere prima che la Nato decida di archiviare la Guerra Fredda e si occupi realmente dei conflitti del Terzo Millennio, quelli scatenati dall'integralismo e dal terrorismo islamico?