— Le sanzioni contro la Russia quanto hanno influito nei rapporti con i partner italiani?
— Le nostre relazioni con gli italiani sono diventate più strette e più calorose. Mi ha sorpreso il fatto che gli ultimi due anni siano stati molto proficui per la nostra attività. Nel 2013 l'interesse degli imprenditori italiani verso il mercato russo (specialmente per le regioni lontane da Mosca) non era attivo e l'approccio poteva persino definirsi pigro. Ma credo che la ragione sia chiara: il business italiano ha sofferto più degli altri Paesi europei avanzati e di quelli del G7. In definitiva, le relazioni sono cresciute così come è aumentato l'interesse verso il mercato russo.
— Come si sta comportando il Governo italiano nei confronti dei rappresentanti della Federazione Russa in Italia?
— Il Governo italiano sembra indifferente verso i rappresentanti russi. Nella mia personale esperienza posso dire che non sentiamo la sua presenza nella nostra vita o in quella dei nostri partner. Da quanto posso aver visto, il Governo italiano non ha potuto aiutare gli imprenditori (particolarmente quelli piccoli e medi — non parlo certo dei colossi come ENI o ENEL) perché l'Italia ha rinunciato a una politica economica "indipendente" per seguire invece Bruxelles. Quindi cosa possiamo attenderci da un governo privo di sovranità? In questo caso guardiamo molto di più ai governi regionali che sono più vicini alle piccole e medie imprese (così come lo è la gente italiana, perché l'economia italiana consiste essenzialmente di piccole e medie imprese). Abbiamo perciò potuto vedere l'enorme intensificarsi dei rapporti con i governi delle Regioni italiane.