La pista del sangue dietro la conservazione dell'Unione Europea
Esiste il caso, oppure è tutto già predeterminato dal destino o modellato dal libero arbritrio dell'uomo?
La questione ha trafitto i cervelli dei filosofi di ogni tempo, ma ancora oggi non vi è una risposta univoca. Quando, però, si cerca di fornire una spiegazione sensata a certi fatti storici, appare subito chi bolla le tue tesi come infondate o paranoiche. Ecco, so perfettamente che quanto leggerete potrà essere tacciato di "complottismo" e catalogato come fantapolitica: sono tuttavia convinto che si tratti di un esercizio utile a rammentare quei fatti accaduti di recente che sollevano seri dubbi sulla reale matrice che li ha generati. E poco importa se qualcuno sminuirà la mia chiave di lettura; d'altra parte, erano definite complottiste anche le tesi su Ustica, ma poi si vide chi aveva ragione. Per ora, il mio umile tentativo è quello di unire i puntini, almeno quelli che ci è dato consocere.
Sono in particolare quattro i casi che hanno scosso l'opinione pubblica europea: gli attentati a Madrid l'11 marzo 2004, a Parigi il 7 gennaio e il 13 novembre 2015 e a Bruxelles il 22 marzo 2016, e infine l'omicidio della deputata laburista Jo Cox, accaduto pochi giorni fa. E se queste tragedie fossero state progettate a tavolino, per alimentare una strategia della tensione finalizzata a tenere in piedi quell'istituzione europea sempre più invisa ai cittadini del Vecchio Continente?
Importa fino a un certo punto sapere i nomi degli esecutori materiali o persino dei mandanti: servizi segreti deviati, lobby finanziarie, logge segrete o gruppi terroristici. Sarebbe più utile riuscire a vedere la tela che viene quotidianamente tessuta per un fine che non ha nulla in comune col rispetto di principi come la sovranità popolare e l'autodeterminazione dei popoli. Sarà un caso che le esplosioni alle stazioni madrilene di Atocha, El Pozo, Santa Eugenia siano avvenute tre giorni prima delle elezioni generali spagnole? Non era proprio Aznar quello accusato di aver creato un anomalo asse Spagna-Italia-Gran Bretagna che dava fastidio perchè poneva tra l'altro paletti molto rigidi alle politiche di immigrazione, marginalizzando Francia e Germania? Insomma, con un diverso risultato elettorale spagnolo ci sarebbe poi stata la gigantesca emergenza profughi che oggi ci attanaglia? Ecco: le bombe avvantaggiarono il Psoe in modo determinante, facendo anche sprofondare la Spagna — che cresceva oltre la media UE — in una crisi ancora in atto.
Lo stesso copione si ripete per gli attentati parigini: mancava poco alle elezioni in Francia e c'era un'enorme preoccupazione per il crescente consenso verso Marine Le Pen. La vittoria inaspettata dei moderati di Sarkozy venne sull'onda emotiva della tragedia. Era proprio la Le Pen che chiedeva si riallacciassero i rapporti con la Russia e che pretendeva un referendum per uscire dall'UE…
L'attentato di Bruxelles sembrerebbe finalizzato a provocare un'atmosfera di terrore, che mediaticamente viene attribuito a fattori esterni (come l'Isis, che di esterno però ha solo l'indirizzo ufficiale), per spingere l'opinione pubblica a rafforzare le misure di prevenzione limitanti la libertà individuale. Si sa perfettamente che la legislazione d'emergenza crea sempre dei mostri giuridici, misure liberticide che mai verrebbero accettate dalla popolazione in periodi di pace. Ecco quindi che le esplosioni possono diventare utili affinchè per esempio l'istituzione di un Corpo di Polizia Europea nasca senza troppi ostacoli. Magari anche per contenere il numero sempre maggiore di cittadini e forze politiche che si oppongono all'UE.
E infine l'assissinio politico vero e proprio, l'uccisione della parlamentare britannica che sosteneva l'UE. A pochi giorni da uno storico referendum si materializza magicamente il pazzo estremista che ammazza una donna, un'esponente politica moderata ed europeista. I giornali e le TV si sono adoperati alacremente per calcare la posizione antieuropeista dell'assassino, estendendola subito a tutti coloro osassero votare per l'uscita del Regno Unito dall'UE. E ancora una volta si tenta di tenere uniti col sangue i cocci di un'Europa che non c'entra nulla coi popoli, ma che custodisce gli interessi di pochi gruppi elitari. Forse sono solo congetture? Ma quante volte le ipotesi al confine della realtà sono poi saltate fuori dagli archivi di Stato? Quanti wikileaks ci vorranno per aprire le menti e le coscienze dei cittadini?
di Marco Fontana - Pubblicato da Sputnik Italia