A ridosso delle elezioni inchieste giudiziarie e spread minacciano la libertà di voto
Sarà sicuramente una coincidenza, ma con l'approssimarsi della tornata elettorale europea si stanno moltiplicando le notizie che potrebbero orientare il voto degli italiani.
Da un lato rivediamo la girandola di inchieste a livello locale e nazionale che sta coinvolgendo i partiti della piccola galassia del centrodestra. Dall'altro sentiamo le comunicazioni mirate della Commissione Europea, che annuncia un ribasso del Pil per il 2019, che si riduce a un +0,1% rispetto al precedente del +0,2%, e tutto ciò nonostante la produzione industriale sia in netto aumento.
Poi c'è l’annosa questione dello spread, l’eterna spada di Damocle, tornato magicamente a sfiorare i 300 punti mettendo nuovamente a rischio la tenuta dei conti pubblici. Come già avvenuto nel 2011 durante il governo “Berlusconi IV” e più recentemente con l'insediamento del governo Conte, gli investitori esteri che avevano acquistato a prezzi stracciati titoli del debito italiano nei mesi precedenti, a seguito dell'accordo fra il premier Conte e la Commissione UE, improvvisamente hanno iniziato a sbarazzarsene, considerandoli adesso come spazzatura. È una scelta surreale che non regge neanche con la scusa che tutto sia dovuto alla continua crescita del debito, perché esso era aumentato di continuo anche nei cinque anni prima. In chiusura della passata legislatura, infatti, Unimpresa aveva fatto sapere come proprio il debito pubblico fosse fuori controllo: salito di quasi 205 miliardi in cinque anni e di 2,5 punti percentuali, fino al 131,5%, rispetto al Prodotto Interno Lordo. E allora con l’uso della mera logica non si comprende come il dato del debito pubblico non abbia influito sullo spread nei due governi precedenti, mentre ora diventa determinante per la credibilità della coalizione giallo-verde. L’unica spiegazione salta fuori leggendo questo fatto con la seguente chiave: la volontà di alcuni “operatori di mercato” di orientare col ricatto e la velata minaccia il voto dei cittadini italiani.
Qualcuno potrebbe obiettare che le due forze politiche al governo si stanno scazzottando sonoramente, ponendo quindi dei seri dubbi sul proseguimento del dell'Esecutivo. Tuttavia, nemmeno questa è una spiegazione plausibile: a dettare questo rissoso confronto politico è infatti più che altro il sistema elettorale europeo, che vede ogni partito correre per sé stesso, senza associarsi ad altri, perciò anche alleati storici sono di fatto portati ad attaccarsi; figuriamoci allora due partiti legatisi appena un anno fa con un contratto di governo.
Anche sul fronte delle azioni giudiziarie, condotte su presunti finanziamenti illeciti, si percepisce lo scricchiolio sinistro delle inchieste a orologeria. Chissà perché le carte scottanti riescono sempre ad arrivare sulle prime pagine dei giornali all'approssimarsi delle elezioni... negli altri periodi dell'anno è forse impedito spiccare avvisi di garanzia? Qui si tratta persino di indagini chiuse da diversi mesi, che però vedono la formalizzazione dei reati in un momento ben preciso della vita politica del Paese: un momento nel quale a Bruxelles si ha il terrore che Ppe e Pse non abbiano i numeri sufficienti per continuare a reggere la Commissione Europea senza dover scendere a compromessi con le forze “sovraniste”. Sinceramente è uno spettacolo indecoroso, a cui da troppo tempo sono costretti ad assistere gli italiani e tutti quei popoli nei quali è sorta una presenza consistente di forze non allineate al pensiero unico globalista.
In un contesto del genere, dove soggetti tutt'altro che terzi e imparziali bollano le notizie fuori dal coro come fake news o come propaganda extra-europea, è normale che una fetta sempre più larga di cittadinanza ne abbia le scatole piene. Non è solamente un fenomeno italiano, per fortuna o purtroppo. La stampa mainstream di Oltremanica esercita un costante stracciarsi di vesti, ma deve vedere il partito di Nigel Farage volare letteralmente nei sondaggi, pur non volendo capire come ogni preferenza espressa per Mister Farage sia la conseguenza della loro campagna diffamatoria in servizio permanente. Il movimento guidato dall'ex leader dell’Ukip dovrebbe riuscire a superare il 30%, alla faccia delle apocalissi previste per il dopo-Brexit e delle manifestazioni per rivotare, naturalmente iper-propagandate dai media.
Tutti mostrano di stupirsi, ma in realtà è chiaro come ciò sia la reazione degli elettori britannici esasperati da una classe dirigente che vuole giocare indisturbata col loro futuro. È inquietante a livelli parossistici il fatto che da qualche anno a questa parte chi tiene le redini del governo europeo faccia di tutto per impedire di dar seguito ai risultati del voto democratico che non corrispondono ai desiderata o magari all’agenda sovranazionale extra-politica. È proprio questo il modo in cui nasce una moderna dittatura: con lo squadrismo verbale del pensiero unico, con l’ipocrisia di chi vuole abolire i confini, con l’ostracismo della burocrazia che prospera al riparo dai processi elettorali.
Di Marco Fontana - Pubblicato da Sputnik Italia