Intervista a Marco Zanni: "La rivoluzione è possibile dopo decenni di fallimenti UE"
A poche ore dal voto abbiamo voluto sentire la voce di un candidato alla elezioni europee in forza ad uno dei partiti più bersagliati dal mainstream, l’eurodeputato leghista uscente Marco Zanni.
Come vede questa campagna elettorale per le elezioni europee? Lei peraltro la sta vivendo in prima persona.
Come in tutte le campagne per le europee, in quasi tutti gli Stati membri i temi di interesse nazionale si sovrappongono a quelli europei. Quello che io vedo girando tra i cittadini è che vi è una grande richiesta di cambiamento, da portare fino a Bruxelles. Negli ultimi dieci anni l’Unione ha fallito sul fronte economico, sociale e della sicurezza, e sono queste le tematiche che più interessano gli elettori.
Percepisce la possibilitá di una rivoluzione in Europa?
Queste elezioni hanno una portata storica incredibile, in quanto offrono la possibilità di rilanciare un progetto europeo alternativo, su nuove basi, ponendo al centro i cittadini e i popoli europei. Per cambiare quest’Europa abbiamo bisogno di un maggiore coordinamento tra nazioni europee sovrane con pari diritti, nel rispetto delle diversità dei popoli. Quindi se ha senso fare qualcosa assieme benissimo, altrimenti se possiamo operare meglio a livello nazionale non è certo un problema. Si chiama sussidiarietà, e a mio avviso in ben pochi ambiti Bruxelles ha dimostrato sino ad oggi di meritarsi la nostra fiducia e le nostre competenze.
Che cosa dice a chi appella i componenti della Lega come sovranisti?
Se per sovranismo intendiamo difendere i nostri popoli, le nostre tradizioni, le nostre economie e un’identità che ci caratterizza, ritengo di potermi considerare fieramente sovranista. È ovviamente una caratterizzazione che può essere fuorviante, ma è chiaro che quello che vogliamo è un nuovo approccio, che veda al cento gli interessi dei cittadini e dei paesi europei, verso i quali Bruxelles deve porsi a servizio, non essere l’aguzzino.
Pensa che sia possibile una vera e solida alleanza tra sovranisti?
Certo che è possibile, e la grandiosa manifestazione di sabato scorso a Milano lo ha dimostrato. Le premesse per cambiare l’Europa ci sono tutto, con un comune denominatore, il buonsenso. Significa in poche parole che occorre riflettere su cosa è utile fare a livello europeo, e in che modo, senza la smania di chiedere sempre “più Europa”, ma affrontando le diverse sfide in un’ottica di cooperazione essenziale a risolvere le problematiche che ci troviamo ad affrontare.
Lei è stato firmatario di una petizione contro Juncker a seguito delle inchieste di un gruppo di giornalisti. Come valuta l’operato complessivo di Juncker?
L’operato della Commissione Juncker è stato pessimo: al di là dello scandalo Luxleaks che lo aveva delegittimano sin dal principio, non è riuscito poi in ogni caso a dare un’anima all’azione del suo team. Diciamo poi che ha concluso in bellezza con la scandalosa nomina del suo pupillo Selmayr alla guida del Segretariato delle Commissione, forzando oltre ogni modo le regole e prassi istituzionali.
Il Commissario Juncker percepisce un totale mensile lordo di 33.506,89 euro al mese. Federica Mogherini, alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che percepisce - tra stipendio e indennità - 31.731,63 al mese. I vice presidenti della Commissione cumulano tra stipendio lordo e indennità 29.977,34 euro. Il francese Pierre Moscovici, prende 27.070,75 euro. Pensa che queste remunerazioni siano giuste?
Sono sicuramente spropositate, ma sono solamente la punta dell’iceberg. Un nostro obiettivo sarà appunto quello di rivedere tutti i privilegi che riguardano gli euroburocrati, che sono i primi a chiedere sacrifici a tutti mentre per loro tutto è sempre dovuto, con continue indicizzazioni salariali e benefici pensionistici senza eguali.
L’Unione Europea è ancora utile per l’Italia e per la restante dei Paesi europei?
Credo si debba portare l’UE verso un modello più sostenibile e democratico, nel segno di una cooperazione rispettosa della sovranità degli Stati membri. Infatti l’UE non solo ha fallito nel dare risposte concrete alle tre grandi crisi che oggi i cittadini devono affrontare (quella economica, quella di sicurezza interna e quella relativa alla gestione dell’immigrazione), ma, con regole e vincoli assurdi, ha spesso aggravato la condizione per i cittadini e le imprese, che percepiscono tutto questo come una intromissione ingiustificata.
Quanto è condizionata la politica Ue dall’alta finanza?
L'alta finanza sicuramente indirizza le scelte della Commissione europea; ad esempio la produzione legislativa di questi anni è stata improntata alla finanziarizzazione dell'economia, con benefici scarsi sull'economia reale e sulla crescita. Servirebbe un riequilibrio generale dell’assetto continentale, purtroppo il rischio di una nuova crisi è concreto, considerando anche che in Europa non siamo ancora usciti dalla crisi precedente. Inoltre le regole imposte dall’UE non sempre vanno nella giusta direzione, essendo tarate per la politica mercantilista tedesca.
Lei è un europarlamentare uscente. Quanto vi mancherá la presenza di Salvini dall’Ue nella battaglia per cambiarle pelle?
Salvini è l’anima della Lega e del Governo italiano. È chiaro che anche a Bruxelles e Strasburgo sarebbe stato determinante, ma ha già molto impegno e lavoro nella missione che sta svolgendo egregiamente a Roma. Lui resta la guida politica ideale di questo Gruppo, e credo che gli eletti sapranno tutti seguire bene la sua strada.
Di Marco Fontana - Pubblicato da Inforos.ru