Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
07 settembre 2011

In viaggio per l'Europa cercando un modello per la Variante 200

Per la variante 200 che interesserà la riqualificazione del quadrante nord-est di Torino, in occasione della realizzazione della seconda linea di metropolitana il Comune ha deciso di avviare un tour nelle grandi metropoli europee che più di altre hanno saputo trasformarsi in questi ultimi anni.

Il viaggio della task force di tecnici comunali, sotto la sovraintendenza di Anna Prat consulente del Sindaco Piero Fassino in materia di urbanistica, toccherà Amburgo, Vienna e Barcellona e si spera garantisca risultati migliori rispetto alla Spina 3 del Parco Dora che anc'ora oggi resta un nodo irrisolto per la città di Torino. E questa speranza è tanto più forte se si pensa l'area interessata, come correttamente riportato dal mensile Però  è stata acquistata dalla società Regio Parco S.r.l. per soli 72 euro al metro quadro. In tutto si tratta di 182mila metri di terreno, nei pressi dello scalo Vanchiglia, dietro al Cimitero monumentale, con 250mila metri quadri di fabbricati. Incomprensibile che a fronte del miliardo e mezzo di euro che servirà per costruire la seconda linea di metropolitana si scelga di servire invece dei popolosi quartieri a Nord della cittàuna zona oggi disabitata ma che si vuole "valorizzare", pur essendo stata comprata da privati a un ente pubblico come le F.S.

Come riportato sempre dalla rivista Però la Regio Parco che ha acquisito i terreni ha sede legale ad Alba ed è stata costituita apposta per comprare quei terreni il 27 marzo del 2007. Il capitale sociale è di soli 100mila euro, detenuto da tre altre società: la cuneese DIMAR S.p.a. (50%) e due imprese torinesi, la Effeemme Gruppo Immobiliare S.r.l. (30%), nonché la Portoriva S.r.l. (20%). L'imprenditore astigiano Alberto Fassio è presidente del consiglio di amministrazione della Regio Parco. Campione italiano di tamburello, presidente onorario dell'Unione sportiva Callianetto, il suo nome è associato a operazioni immobiliari ambiziose e discusse, come quella condotta in Liguria, con l'acquisto dell'ex Ghigliazza di Finale, diventata poi oggetto di un gigantesco e contestatissimo progetto di edificazione turistica. Nel passato di Fassio c'è anche una delicata vicenda giudiziaria, che nel 2005 lo ha visto implicato secondo le accuse della Procura di Asti, in una storia di spaccio di cocaina, insieme ad altri numerosi personaggi del capoluogo. Amministratore delegato della Regio Parco è invece Paolo Massucco, uomo leader nella grande distribuzione alimentare in Piemonte e Liguria, con interessi anche nel comparto immobiliare. Si tratta di persone che da sempre hanno legami di tipo professionale con personaggi politici di centrodestra e centrosinistra.

Quindi sono numerosi gli elementi che "puzzano di bruciato" e dovrebbero far alzare le antennine dei torinesi per evitare nuove mastodontiche speculazioni edilizie. Comunque diamo il beneficio del dubbio alla Giunta appena insediata e speriamo che il viaggio in Europa offra ai tecnici del Comune l'opportunità di copiare per una volta i migliori esempi di riqualificazioni urbane avvenute in altre realtà europee. Sono convinto che ormai ci sia veramente poco da inventare nell'amministrazione cittadina, piuttosto bisogna guardare agli esempi virtuosi e cercare laddove possibile di migliorarli grazie alla ricerca e all'innovazione prodotta dai nostri centri di ricerca.

L'esempio di Amburgo

Amburgo rappresenta uno spettacolare esempio di riqualificazione urbanistica in ottica ecosostenibile. Anzi, sarebbe più corretto parlare di trasformazione continua del tessuto urbano, una sorta di metamorfosi ecologica di una città che sembra capace di reinventarsi continuamente.

La metropoli sull’Elba (1.8 milioni di abitanti) fino ai primi anni novanta aveva seguito un percorso di sviluppo simile a tante altre città, allargandosi e finendo per inglobare all’interno dei suoi confini diversi comuni limitrofi. La qualità della vita urbana andava via via degradandosi, proporzionalmente all’aumento dei pendolari, sicchè si decise un deciso cambio di rotta nelle politiche di sviluppo urbano, mirando a ridare vita ai quartieri più abbandonati di Amburgo, riqualificare la zona dei docks, potenziare i mezzi pubblici, espandere il verde urbano. Rivitalizzare la città, in una parola.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: oggi il 20% della superficie di Amburgo è coperto da parchi o boschi e interi quartieri sono risorti a nuova vita.

Il caso più spettacolare è quello di HafenCity, un progetto urbanistico unico per concezione e dimensioni: si tratta dell’area portuale, da anni in stato di degrado, dove gli enormi silos e i depositi per lo stoccaggio della merce sono stati riconvertiti in edilizia residenziale, con annessi servizi come scuole, case ed uffici, tutti invariabilmente a basso impatto ambientale, con consumi energetici che sono una frazione di quelli di un edificio di trent’anni fa.
L’idea di base è rendere fruibile la zona comprese le banchine. Spesso si tratta di pregevoli esempi di archeologia industriale trasformati in spazi multifunzionali. Uno dei progetti più significativi è il centro ideato da Spengler e Wischolek, che ospita due scuole, una palestra, trenta appartamenti e un ristorante, collegato a una rete di teleriscaldamento ad alta efficienza energetica e progettato con una forma cubica pensata per minimizzare la dispersione di calore. Anche il duo di architetti svizzeri Herzog & De Meuron ha dato il suo contributo, creando una spettacolare sala da concerti all’interno dello Kaispeicher A, un ex-deposito di cacao.

Addirittura nella zona est di HafenCity è in costruzione un intero quartiere ecosostenibile, dove l’energia sarà fornita da impianti geotermici o solari, pompe di calore che sfruttano l’acqua dell’Elba e piccole centrali periferiche a legna.

Se HafenCity è il luogo per eccellenza ad Amburgo dove il design industriale incontra le ultime tecnologie green, con il risultato di fare risorgere un intero quartiere e di accorciare le distanze con il centro storico, anche altri quartieri sono stati oggetto di interessanti progetti di riqualificazione.

E’ il caso di Wilhelmsburg, un’isola nel bel mezzo dell’Elba che, dopo essere stato fortemente colpito dall’inondazione del 1962, vivacchiava in stato di semi-abbandono, con vecchi edifici decrepiti e capannoni industriali lasciati a se stessi.
Wilhelmsburg è oggi invece un interessante laboratorio, dove vedranno la luce nei prossimi 3 anni ben 40 progetti architettonici di vasta portata, che saranno uno dei biglietti da visita di Amburgo alla prossima esposizione internazionale di architettura.

La seconda città della Germania si dimostra quindi capace di reiventarsi continuamente in sintonia con i tempi che cambiano. Un laboratorio di città del futuro, che non rinnega le proprie radici, ma le valorizza con le più moderne tecnologie e con tanto buon senso.

(da www.tuttogreen.it)

L'esempio di Barcellona

Un esempio è il piano di riqualificazione urbana 22@Barcelona riguarda una vasta area, di quasi 200 ha, compresa all’interno dell’antico quartiere industriale di Poblenou, situato nel settore nord-est della città di Barcellona. La rigenerazione del quartiere di Poblenou ha inizio sul finire degli anni ottanta, con il rinnovamento del fronte marittimo e la creazione dell’area Vila Olimpica-Nuova Icària, in occasione dei Giochi Olimpici del 1992.

Il processo di rinnovamento prosegue poi con la costruzione dell’Auditorium di Barcellona e del Teatro Nazionale della Catalogna, la ristrutturazione e riutilizzo, come centro commerciale, della vecchia fabbrica della Olivetti; e, più recente, con l’apertura dell’Avenida Diagonal fino al fronte marittimo, la realizzazione di un centro per conferenze ed esposizioni (l’area del FORUM 2004) e lo sviluppo del complesso, per uffici e residenze, di Diagonal-Mar. Questi progetti insieme al piano Sagrera-Sant Andreu, che riguarda la prossima riqualificazione di un’ampia area destinata ad ospitare la futura stazione del Treno ad Alta Velocità, compongono i tasselli della strategia del Comune di Barcellona di ridisegnare spazio e funzioni del settore nord-est.

Il piano 22@Barcelona, che rappresenta la più grande operazione di riqualificazione urbana attualmente in corso nella città catalana, costituisce una parte integrante di questa strategia di trasformazione urbana. L’obiettivo del 22@Barcelona è di trasformare le vecchie aree industriali di Poblenou in un moderno distretto produttivo, all’interno del quale attività correlate all’economia si integrano con funzioni di tipo residenziale, commerciale e di svago.

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