Una buona notizia il bike sharing approda anche in periferia

Il bike sharing approda anche in periferia finalmente. L'amministrazione cittadina Chiamparino era stata latitante sull'argomento: partendo da numeri faraonici si era invece accontentata di installare poco più di una cinquantina di stazioni nel centro di Torino. Una scelta quantomeno discordante con la volontà di fare della bicicletta uno strumento di spostamento realmente alternativo all'auto.

La nuova Giunta pare aver finalmente capito l'errore e ha optato per rompere con l’isolamento - di infrastrutture, collegamenti, relazioni, opportunità - in cui si divincolano i quartieri di periferia. Entro il prossimo anno verranno installate 57 stazioni: 24 sono in lavorazione, 27 da definire, le ultime 6 in attesa che si risolvano alcuni problemi tecnici. Una cosa è certa: i nuovi interventi coinvolgeranno tutti i quartieri finora esclusi, e disegneranno un progressivo avvicinamento alle zone più.

Ci sono però tre dubbi che dovrebbero attirare l'attenzione dei cittadini: 57 stazioni saranno realmente sufficienti per rendere appetibile ai torinesi di lasciare parcheggiata l'autovettura anche nei giorni infrasettimanali per recarsi al lavoro?  Non accompagnare questa scelta di allargamento del bike sharing a Torino anche con un piano di investimenti per dare compiutezza al sistema di piste ciclabili spesso scollegate fra loro non può diventare un boomerang per l'Amministrazione? In ultima analisi i continui nuovi affidamenti di incarico senza gara d'appalto ma con mero affidamento diretto ad un soggetto privato per la realizzazione di nuove stazioni non può portare a far lievitare i costi e favorire un operatore che ha fornito il servizio a tutte le amministrazioni cittadine di sinistra della prima cintura? 

di Marco Fontana