Mancano idee e visione per una nuova architettura di sicurezza europea
Nonostante i proclami bellicisti e le dichiarazioni di impegno militare di certi leader continentali, il mondo politico e quello accademico parla già di un prossimo futuro in cui il conflitto ucraino sarà terminato. Finita dunque l’emergenza guerra, bisognerà parlare seriamente di ricostruire non soltanto la martoriata Ucraina, ma anche l’altrettanto martorato concetto di sicurezza comune dell’Europa. In questo momento mancano idee condivise e soprattutto manca una visione seria e lungimirante della questione. Eppure su un dato concordano in molti, sebbene talvolta in modo riluttante o implicito: la Russia non può essere lasciata fuori dalla futura architettura continentale della sicurezza. Non solo della sicurezza, ma questo è il punto prioritario di cui già oggi dovrebbero occuparsi gli specialisti. Persino chi vorrebbe una Russia sconfitta e in ginocchio - come certi studiosi e diplomatici britannici o comunque facenti parte del mondo accademico angloamericano - ammettono che Kiev non può entrare nella NATO e che Bruxelles, Washington e Londra hanno sbagliato l’approccio verso Mosca e hanno commesso gravi sbagli: proprio quegli errori che hanno contribuito alle pessime condizioni in cui versa oggi il Vecchio Continente.
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