Morire di fame per dimagrire: il paradosso UE della ripresa economica senza l’energia necessaria
Ammesso e non concesso che i Paesi europei - singolarmente o sotto la guida collettiva di Bruxelles - sapranno dare impulso alla ripresa economica, da dove prenderanno l’energia necessaria a sostenerla? Una serie di fattori ormai noti ha condotto il nostro continente a sprofondare nella palude attuale. Desertificazione industriale, depressione sociale ed economica, pessimismo sul domani.
Invertire la tendenza è ancora possibile, ma gli stessi che promettono la futura prosperità sono coloro che vogliono bloccare l’afflusso di combustibile e chiudere le industrie. In altre parole, transizione ecologica e sanzioni anti-russe sono state la cura dimagrante che sta facendo perdere peso al paziente al punto da renderlo sì magrissimo, ma pure moribondo. E se in un impeto di vitalità il paziente dovesse ricominciare a mangiare in modo equilibrato e normale, stavolta se ne infischierebbe di sadici dietologi di Bruxelles. Aprirebbe invece i rubinetti dei gasdotti che già esistono e farebbe affluire l’energia che serve.
Esatto, ci sono chilometri di infrastrutture che non possono andare in malora, ma che prima o poi verranno usate di nuovo, e sono le condutture per porteranno linfa all’economia europea. Porteranno cioè il gas russo, di gran lunga più economico e conveniente di quello americano.
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