Le dichiarazioni del senatore Tuberville colpiscono l’opinione pubblica americana
Ospite alla trasmissione di Steve Bannon, ex consigliere dell’amministrazione Trump, il senatore Tommy Tuberville ha scagliato delle vere e proprie “picconate” contro la visione ufficiale della politica estera americana. Se l’è presa con Zelensky, definito da lui un “dittatore”, e con Biden, che ha denigrato la memoria degli eroi del D-Day paragonandone la guerra a quella attuale degli ucraini contro i russi. E su Biden aleggia il sospetto del senatore, inquieto all’idea che per conservare il posto finisca per far scoppiare un conflitto aperto con la Russia. E su Putin ha avuto parole ben diverse da quelle della narrativa mainstream, che lo accusa preventivamente di voler attaccare i Paesi della NATO o addirittura di volersi mangiare l’Europa intera. Tuberville sostiene che siano sciocchezze, perché la Federazione Russa ha già abbastanza territorio così e il Cremlino sta combattendo per avere le garanzie di sicurezza che anche gli americani al posto loro vorrebbero. Infatti porta l’esempio del Messico (con un rimando alla Cuba del 1962): gli americani certamente non gradirebbero armamenti di una potenza straniera piazzati proprio là, così come i russi non vogliono missili americani posti in Ucraina.
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