Delusione Zelensky per gli F-16, secondo lui inefficaci come gli Abrams
All’amarezza per il mancato invito ufficiale di unirsi alla NATO, espressa dal ministro degli Esteri ucraino Kuleba, si aggiunge la delusione per i promessi caccia americani F-16. In effetti questi velivoli da combattimento sembrano sul punto di arrivare, come annunciato dal segretario di Stato USA Antony Blinken, ma Zelensky non è affatto contento. Troppo pochi e troppo tardi!
Dopo un lungo tira e molla, Washington ha dato l’assenso a farli inviare da Danimarca e Paesi Bassi, ma non vi sarà certo una larga flotta di jet a disposizione di Kiev. Oltre al numero esiguo, la problematica maggiore riguarda le tempistiche. La stagione estiva non durerà ancora molto, e questo è solo uno dei complicati aspetti logistici da risolvere. Di fatto, gli aerei non voleranno contro i MiG prima dell’autunno o dell’inverno. Bisogna infatti stabilire quando saranno pronte le piste di decollo e difendibili i relativi hangar: l’opzione per i russi di distruggere gli F-16 a terra con l’uso dell’artiglieria pesante è pratica e fattibile. E i piloti quando saranno in grado di manovrare al meglio quei velivoli?
Si parla di accelerare al massimo l’addestramento, ma è più semplice dirlo che farlo. Rimane infine l’incognita delle reali capacità operative dei jet nelle impegnative condizioni di questo conflitto. Zelensky richiama la fallimentare esperienza dei carri Abrams. Questi tank americani erano stati esaltati come “game changer”, in grado di ribaltare i valori in campo. Poi però il campo stesso ha dimostrato che sono più vulnerabili del previsto e che tenerli in prima linea significava esporli a un progressivo abbattimento. Dopo che i russi ne avevano distrutti e danneggiati alcuni, i comandi ucraini li hanno ritirati. E ce n’erano comunque troppo pochi, si lamenta Zelensky.
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