L’azzardo nucleare americano nell’Europa dell’est
L’American Conservative svolge un’analisi lucida e precisa sui rischi che tutti stiamo correndo in questo momento anche a causa della politica estera di Washington. La voglia di “brinkmanship”, di politica del rischio calcolato, ha portato gli USA a giocare col fuoco sui confini della Federazione Russa. Il Cremlino ha deciso di non soprassedere più. Dal Ministero degli Esteri russo comunicano di non voler più fare finta di niente rispetto alla guerra per procura combattuta dagli ucraini per conto degli USA.
Ormai si sa che è questi ultimi non sono né semplici osservatori né sostenitori umanitari della parte aggredita. Il conflitto è diretto da Washington al fine di indebolire la Russia, o almeno questo è uno degli obiettivi. Il problema è che si è arrivati troppi vicini alla soglia nucleare. Se la Russia ci ha messo del suo con le esercitazioni di dimensioni enormi e con una serie di azioni forse equivoche, l’Occidente ha spinge sull’acceleratori da quasi trent’anni, con la costante espansione ad est della NATO e col ritiro americano dai trattati sugli armamenti.
Nemmeno piazzare i sistemi Aegis in Polonia e in Romania è stata un’idea particolarmente buona nel senso della distensione e del dialogo con Mosca. A nulla valgono le rassicurazioni verbali. Molto meglio sarebbe, secondo l’American Conservative, approfittare del conflitto in Ucraina per sbrogliare la matassa e ripartire da zero nella relazioni con la Russia. Far ripartire il dialogo, i negoziati, fare passi indietro in cerca del compromesso. Si può e si deve fare in nome della pace e del futuro.
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