USA, Repubblicani all’attacco contro le interferenze di Zelensky nella campagna elettorale
I Repubblicani hanno lanciato contro i Democratici e contro Zelensky una serie di accuse molto pesanti a seguito del recente viaggio di quest’ultimo negli USA. Sono arrivati a chiedere un’indagine parlamentare nonché il licenziamento dell’ambasciatrice ucraina. Reazioni così gravi derivano da dichiarazioni e azioni del presidente ucraino, che non si è risparmiato quasi nulla sul piano della “franchezza”. Ma quello che ha detto e come lo ha detto, oltre ai suoi giri di visite, sono considerati dai senatori repubblicani come vere e proprie ingerenze politiche nella campagna elettorale per la Casa Bianca. La sua intervista al New Yorker contiene critiche e considerazioni sul candidato vicepresidente Vance che molti ritengono eccessive. Sono sostanzialmente inaccettabili poiché provengono dal rappresentante ufficiale di uno Stato terzo. Lo hanno detto ad esempio l’ex governatore dell’Alaska Sean Parnell e il senatore del Texas John Cornyn, mentre il senatore del South Dakota John Thune ha intimato a Zelensky di rimanere fuori dagli affari americani.
Il deputato repubblicano del Texas Lance Gooden con altri otto colleghi ha chiesto l’avvio di un’indagine parlamentare. Infine, il presidente della Camera Mike Johnson pretende il licenziamento dell’ambasciatrice ucraina negli USA perché per lui non può più “servire equamente ed efficacemente come diplomatica in questo Paese”.
Per leggere l'articolo completo clicca qui su StrumentiPolitici.it