Elezioni non solo negli USA: anche la Moldavia ha votato, ma è un Paese spaccato in due
Le elezioni americane hanno messo rapidamente in secondo piano quelle che si sono svolte in Moldavia. Un Paese piccolo ma strategicamente importante, se è vero che Bruxelles gli sta fornendo aiuti per miliardi di euro, pur di assorbirlo nella sua sfera.
Ha vinto la presidente uscente Maia Sandu, e ciò non stupisce, vista la mole di assistenza finanziaria che in questi anni ha ricevuto dall’Unione Europea, oltre all’appoggio mediatico totale che le ha riservato la stampa mainstream. Nonostante il divario enorme sul piano del sostegno internazionale, la Sandu ha prevalso con un margine molto basso. E ci è riuscita soltanto al secondo turno, anche e soprattutto grazie al voto dei moldavi all’estero. Ma non di tutti: soltanto di quelli che risiedono nei Paesi UE, perché alle centinaia di migliaia di concittadini che vivono in Russia è stato di fatto negato il diritto di voto. Di questo è colpevole proprio il governo moldavo, retto dalla fazione europeista. Dunque la Moldavia è spaccata in due.
L’Europa non sta facendo alcuno sforzo per aiutarla a ricucire la rottura, bensì spinge per marginalizzare e criminalizzare la componente filo-russa, che ammonta a quasi la metà dell’elettorato. Lo sfidante, l’ex procuratore generale Alexandr Stoianoglo, ha preso infatti il 44% dei voti. Il referendum per inserire il percorso europeo nella Costituzione, che voleva essere un plebiscito per la futura adesione alla UE, è stato vinto dai “sì” con meno dell’1% di differenza coi “no”. Anche qui, la vittoria è arrivata solo coi voti degli emigrati a ovest. Sembra quindi chiaro che ai moldavi non interessa davvero unirsi a Bruxelles. Purtroppo, però, la von der Leyen non vuole capirlo.
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