Mentre i cassaintegrati italiani restano a casa, Fassino vara un piano da 2milioni di euro per l'inserimento degli stranieri
Sarà pure tempo di 'vacche magre' per le casse pubbliche, eppure le amministrazioni comunali sembrano esercitarsi nell'arte di riuscire a sperperare i soldi a propria disposizione. La giunta Fassino non fa eccezione avendo approvato, nella seduta del 13 settembre, un protocollo d'intesa con (caso del destino N.d.R.) Legacoop, Legacoop sociali Piemonte e Legacoop agroalimentare Nord Italia con il quale si provvede a tutelare e promuovere l'integrazione di alcune fasce particolarmente deboli, quali sono i lavoratori stranieri regolarmente domiciliati in Italia agevolando il loro inserimento lavorativo.
Alla faccia dei lavoratori di Csea, De Tomaso, Thyssenkrupp, Compuprint, Bertone e di tutte quelle aziende che oggi attraversano un momento di crisi e hanno mandato a casa o in cassaintegrazione decine se non centinaia di lavoratori. Il Comune di Torino preferisce stanziare 2milioni di euro di trasferimenti statali per realizzare momenti di alternanza fra formazione e lavoro e agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro attraverso tirocini presso le Coop associate della durata di tre mesi, 6 in caso che si proceda all'assunzione.
Alla faccia dell'integrazione, gli stranieri a Torino regolarmente domiciliati hanno una via privilegiata rispetto a tutte le altre decine di famiglie di torinesi che oggi sono a spasso e che pregano di trovare un posto di lavoro per assicurare il pane ai propri figli e una casa sopra la testa. Uno straniero regolare in Italia dovrebbe essere tutelato con le stesse norme di quelle rivolte agli italiani, il resto è solo falso pietismo figlio di una cultura cattocomunista che sta mettendo in ginocchio il sistema Paese.
di Marco Fontana