Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
08 novembre 2011

Evitare governi alla tarallucci e vino. Se devono essere larghe intese Pdl, Pd e Udc si presentino agli elettori.

In queste convulse ore di trattative, dove il numero di contrattazioni di Onorevoli (da ambo le parti, anzi soprattutto da parte delle opposizioni) ha superato quelle della Borsa di Milano, e dove il barometro politico segna vicina la fine dell'attuale maggioranza una situazione spero che si eviti a tutti i costi l'usuale soluzione all'italiana, alla tarallucci e vino. Spero cioè che non prenda corpo l'ipotesi di un mostruoso governo di larghe intese ma che si ricorra immediatamente alle urne.

Dico questo non perchè spero in una vittoria dell'attuale coalizione di centrodestra in una eventuale tornata elettorale, quanto piuttosto perchè sono convinto che questa sia l'ultima occasione utile per capire se i giochi di palazzo che sono stati compiuti e che sono ancora in corso d'opera per dare il colpo di grazia al berlusconismo sono stati fatti per difendere il Paese, oppure esclusivamente per la rincorsa alla poltrona. 

Un ritorno alle urne, in un momento di crisi quale quello attuale, aprirebbe la strada ad una grande opportunità: Pdl, Pd e Udc, Lega potrebbero presentarsi insieme con un programma di riforme condiviso agli italiani in una sorta di nuova fase costituente per ridisegnare e ammodernare lo Stato Italiano in un delicato gioco di compromessi che però eviterebbe il problema del referendum confermativo.

Chi oggi invoca il cambio della maggioranza a prescindere è un irresponsabile, perchè la storia ci insegna che quando il nostro Paese è stato governato da tecnici è sempre finita con la macelleria sociale per i cittadini. Ed è per questo che l'ipotesi coraggiosa di una coalizione di larghe intese che si presenti agli elettori su un programma condiviso di riforme e pochi punti di politica finanziaria potrebbe essere una rivoluzione copernicana che, se legittimata dal popolo italiano, potrebbe segnare una tregua all'attuale imbarbarimento del confronto politico.

Soluzioni posticce con l'emigrazione di parte di onorevoli per sorreggere nuovi esecutivi sarebbe legata solo alla volontà di raggiungere l'agognato vitalizio e sicuramente non gioverebbe ai conti dell'Italia come rimarcato sia da autorevoli esponenti dell'Ue sia dal presidente degli States Barack Obama. Oggi il problema non sono gli uomini ma le azioni che essi intraprendono. E su questo punto che bisogna lavorare umilmente come fecero i nostri padri costituenti, smussando le divergenze, e trovando una larga condivisione partitica. Ma questa soluzione non può evitare il confronto con l'elettorato che deve dire se è d'accordo o meno su quel progetto, altrimenti si corre realmente il rischio che il nuovo esecutivo, se nuovo esecutivo sarà, dopo pochi mesi si trovi a dover fronteggiare gli stessi problemi di quello greco; con la gente in piazza perchè non d'accordo sui tagli operati e sui sacrifici richiesti.

di Marco Fontana

 

 

 

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