Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
19 dicembre 2011

L'uomo (ministro) che prometteva una casa a tutti i rom

Non esiste veramente limite alla decenza. La passeggiata del ministro dell’Integrazione, Andrea Riccardi, all'interno del campo rom abusivo della Continassa (lo stesso campo oggetto di un raid di protesta pochi giorni fa durante una fiaccolata di protesta per uno stupro millantato da una ragazzina), toglie la maschera al Governo Monti che finalmente appare per quello che è nella sostanza: una accolita di vetero comunisti, catto comunisti e radical chic.

Il ministro sembra scoprire l'acqua calda, cioè che il modello di solidarietà,  esportato da anni dalle amministrazioni di Torino come un esempio qualificante di integrazione è invece solo la semplice traduzione italiana delle bidonville che si trovano sparpagliate ai quattro angoli del terzo mondo. Eppure da anni il centrodestra afferma il modello torinese è buono esclusivamente per lavarsi le coscienze, per fare un po' di bussiness sulle sfighe altrui e nulla di più. Ci aveva già pensato l'arcivescovo di Torino, Monsignor Nosiglia, a denunciare lo stato di degrado di quei 'lagher' e sicuramente non ci voleva un ministro per accorgersene.  

Ma alla beffa non c'è mai fine: colpito da cotanto sfacelo il ministro Ricciardi ha affermato prontamente "Parlerò con il sindaco Piero Fassino. Bisogna trovare una soluzione, anche temporanea, perché non si può vivere in queste condizioni" e ha esplicitato la sua proposta di offrire una casa ad ogni rom presente nei campi abusivi.

Ebbene questa iniziativa, sicuramente suggerita dall'Amministrazione cittadina, che l'aveva già lanciata un paio di mesi orsono, è aberrante sotto tutti i punti di vista: in primo luogo visto il momento di crisi che attraversa il nostro Paese, laddove il Governo che Ricciardi rappresenta, ha chiesto in particolare sulla casa sacrifici inumani per i cittadini italiani costringendo centinaia di famiglie a pensare di vendere la propria abitazione per pagare il conto di una classe politica che non ha saputo fare il proprio lavoro. Secondariamente perchè questo provvedimento lede il diritto all'eguaglianza dei cittadini, gli italiani e anche gli stranieri regolarmente nel nostro Paese hanno la possibilità di iscriversi a delle graduatorie per una casa popolare: oggi le liste d'attesa a Torino sono interminabili; con quale ratio si concedebbe ai rom una corsia preferenziale? In terzo luogo se gli zingari accettassero di integrarsi nella nostra società, invece di viverla parassitariamente, sarebbe loro sufficiente seguire i normali percorsi sociali e di assistenza previsti per qualsiasi altro cittadino, senza però superare la fila per mergenze che loro stessi contribuiscono a creare con la loro scelta di vita nomade. In ultima analisi le peggiori risposte si danno durante le emergenze: Ricciardi si scandalizza di come vivono i rom, perchè invece non organizza un incontro tra le centinaia di famiglie che attendono una casa popolare? Magari scoprirebbe che ci sono italiani che vivono nei garage, sotto i ponti, in macchina, ammassati in pochi metriquadrati condividendo l'abitazione con altre decine di persone. La solidarietà non può essere a senso unico.

In clima di "Seconda Repubblica" Silvio Berlusconi prometteva "meno tasse per tutti", uno slogan deriso ma che almeno dava una speranza agli italiani. Se la Terza Repubblica di Mario Monti vuole avere come slogan "Una casa per tutti i rom" e le lacrime di coccodrillo del ministro Elsa Fornero, rea di aver cancellato con un colpo di spugna un futuro previsdenziale per le nuove generazioni, sicuramente la sua vita sarà breve e passerà il testimone alla Quarta Repubblica alla velocità della luce. 

di Marco Fontana

 

 

 

Commenti
Non ci sono commenti a questo post