Liberalizzazioni, il governo Monti non tocca nè banche nè assicurazioni

Strombazzato ai quattro venti come la soluzione per far ripartire l'Italia da Mario Monti e Corrado Passera, la bozza del Dl sulle liberalizzazioni, è una grande delusione. In pratica rende operativi gli interventi già tracciati dal Governo Berlusconi nella Legge di Stabilità con qualche piccolo schiaffo a compagnie petrolifere, farmacie e notai: schiaffi che conoscendo la capicità di fare cartello di questi soggetti è ancora da vedere se non finirà per tradursi in uno sganassone ai consumatori.

Per esempio non ci sono novità sul fronte delle banche e delle assicurazioni, settori che vedono la difficoltà di entrata di nuovi operatori per l’esistenza di spesso insormontabili barriere all’entrata. Non trova spazio una regolamentazione sul commercio all'ingrosso ormai ostaggio di grandi monopolisti. Assenti interventi volti a dare un giro di vita sui settori di energia e gas dove le famiglie e le imprese italiane pagano circa il 25 e il 12% in più rispetto alla media europea. Non vi è traccia del cosiddetto pacchetto "sblocca imprese" con il quale si doveva procedere all'abrogazione di tutti i procedimenti di autorizzazione ritenuti non necessari o comunque in conflitto con la direttiva servizi. Idem per quanto riguarda le autostrade. Nessun accenno sul fronte delle privatizzazioni, in particolare quella della Rai.

Insomma come al solito tanto fumo ma poco arrosto.

di Marco Fontana