Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
16 gennaio 2012

Italia e Svizzera “In pochi metri due mondi diversi”

Alla dogana del Gaggiolo ci si arriva da Varese tagliando per il bosco dietro l’Ipermercato, rifacendo la strada dei contrabbandieri.Oggi ci si mette in colonna per andare a fare il pieno di benzina in Svizzera, ma fino a pochi anni fa era sterrato e quando pioveva si allagava  tutta.

Modesto Dal Monte, 54 anni, è un piccolo artigiano di Cantello, ultimo paesello prima della frontiera con Stabio, CantonTicino.Da 30 anni la sua aziendina lavora nel ramo edilizia: coperture impermeabili, smaltimento eternit, tegole canadesi. Gli raccontiamo della classifica mondiale sulle libertà economiche - Italia 92ª, la vicinissima Svizzera al 5° posto - e c’interrompe subito con un gesto secco. «Non c’è bisogno dei guru - dice - lo sanno tutti: la nostra burocrazia ha tempi biblici, quella svizzera è veloce e le autorizzazioni arrivano via mail in pochi giorni». Il signor Modesto lavora coi subappalti di imprese grandi che vincono commesse pubbliche. I ritardi di pagamento sono il suo incubo: «Abbiamo il 20% del giro di affari incagliato», si lamenta. «Facciamo lavori nelle scuole e negli asili di Varesotto, Comasco e Lago Maggiore. Fino a Natale abbiamo lavorato bene ma i comuni non hanno soldi, ti pagano col contagocce ». E che fa lo stato? «Non ti da nessuno strumento per difenderti». Ogni mese è dura «pagare gli 11 dipendenti, con oneri fiscali che arrivano fino al 68%dell’utile».

Poi c’è il tema infrastrutture. «In certe ore muoversi diventa impossibile, è un extracosto ma, ripeto, le zavorre sono tasse e burocrazia», completa la moglie Raffaella, che tiene la contabilità. «Pratiche Asl, permessi per la rimozione amianto, registro rifiuti, registro rifiuti speciali. Fanno di tutto per toglierti la voglia di fare impresa», allarga le braccia il signor Modesto. Appena fuori dall’ufficietto ricavato nel cuore del capannone, bancali di tegole ovunque, guaine stese al sole, muletti e scaffalature alte un condominio. La dogana di Gaggiolo dista nemmeno un chilometro. Dopo mezzogiorno i bar e le trattorie sulla frontiera - Velvet Cafè, Osteria Monte Generoso, pizzeria Il Segreto - si
riempiono di operai italiani e svizzeri. Nei posteggi le targhe delle auto sonomescolate. Passata la prima infilata di distributori dopo il confine, una stradina in discesa porta allamini zona industriale di Stabio dove c’è la Rotofil fabrics, la General Mast (metalcostruzioni), la Bibite Perucchi, gli spedizionieri Schenker e giù in fondo, prima dello sterrato, la McTrans trasporti (merci alimentari, valori, macchinari) e logistica integrata.

Pochi metri da Cantello ma sembra un altromondo. «Abbiamo aperto nel ’98, eravamo in due, oggi siamo in 36 di cui tre quarti frontalieri»,
racconta il titolare, Andrea Maghetti. «Ho anche un’azienda nel Comasco, occupavo 3 addetti ma poi l’ho ridimensionata lasciando solo la
rappresentanza dal commercialista». Perché? «Siete un paese complicato, c’è troppa burocrazia». In Svizzera se la congiuntura lo richiede «posso separarmi da un dipendente riconoscendo il periodo di disdetta. In Italia è impossibile, così si finisce per non assumere». Maghetti in pochi anni si è ingrandito, «prendendo gente a tempo indeterminato che a sua volta ha potuto pianificare la propria vita e ottenere un mutuo in banca. Se sei precario, non puoi».

Anche col fisco è un altro mondo. «La tassazione in Svizzera varia tra 25 e 35% a seconda del cantone e si possono dedurre anche i debiti», prosegue l’imprenditore ticinese. Se fai un investimento per un capannone o un macchinario ti viene riconosciuto, «da voi pagate l’Irap anche se non fate utili…», ironizza. La stessa burocrazia  ha funzionari a disposizione delle imprese. «Dispensano servizi, ci trattano da clienti. Viene facile presentare bilanci, dichiarazione dei redditi e conteggio trimestrale Iva. E se sono a credito, entro 60 giorni ho i soldi sul conto», prosegue Maghetti. I ritardi di pagamento in Svizzera non esistono. Anche i fornitori vengono saldati a 30-35 giorni. In più l’autonomia
cantonale permette di creare competizione tra territori, offrire franchigie fiscali per attirare insediamenti e incentivi per le assunzioni. Ad  esempio è di venerdì la notizia che le autorità ticinesi, vista la crisi, hanno tolto le tasse agli alberghi.

Insomma nella Svizzera sempre più miraggio di imprese italiane, con 160 miliardi di nostri depositi nei suoi caveaux, la differenza la fa il diverso habitat economico. Appena passato il confine migliorano strade e ferrovie, nelle banche si fa credito e gli stipendi sono più pesanti. «L’ultimo dei miei magazzinieri prende l’equivalente di 2.200 euro al mese, ma c’è chi arriva a 4-4,5Mila euro», fa di conto Maghetti.Ci sono pure i difetti, ovvio. «Per lavorare nel weekend bisogna chiedere un permesso cantonale, questo è la vera rigidità». Te ne accorgi di domenica, quando file intere di svizzeri sciamano verso i centri commerciali di Como e Varese per fare shopping. Piccola grande rivincita.

di Marco Alfieri - La Stampa (Dossier Fare Impresa)

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