Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
17 gennaio 2012

Fiat ancora ombre nelle rilevazioni di mercato: le vendite non decollano nonostante le guerre sante di Marchionne

Nonostante le crociate e le guerre sante contro i sindacati italiani dell'ad di Fiat, Sergio Marchionne, gli ultimi dati appeni pubblicati nelle rilevazioni di mercato sul Fiat Group Automobiles presentano le solite poche luci e le molteplici ombre. Tranne in Germania, dove  Fiat cresce del 3,6% in termini di vendite nel segmento A, per intenderci costituito da Panda e 500, per il resto sono solo dolenti note.

Nel 2011 la quota di mercato in Europa (27Paesi Ue + Efta) del colosso automobilistico italiano si è attestata al 7%, in netto calo rispetto al 7,8% del 2010. Il dato più inquietante è costituito pero dai mesi di novembre e dicembre dove Fiat avrebbe fatto registrare dei deboli e per nulla incoraggianti 6,3 e 6,2%. In particolare in Europa Fiat chiuderebbe con una quota di mercato del 5% (contro il 6% dell'anno precedente). Lancia-Crysler non sfonda quota 1% (come nel 2010 raccoglie lo 0,8%).

Marchionne visti questi dati farebbe bene a farsi un esame di coscienza: e poi a rimboccarsi le maniche del maglioncino, togliersi la sciarpa griffata che lo accompagna nelle ultime uscite pubbliche, dismettere l'aria da professorone sempre generoso ad elargire consigli o reprimende al Governo italiano e iniziare a fare il suo mestiere cioè non far perdere quote di mercato all'azienda che dirige.

Magari potrebbe iniziare a pensare a elevare la qualità delle sue vetture, prima di adeguarne i prezzi ai suoi maggiori competitor. Poi forse farebbe bene a ingaggiare qualche brillante designer per sfornare qualche nuovo modello che possa competere con la concorrenza. Potrebbe magari tornare a produrre in Italia dove era il suo "principale feudo". Ed infine magari sarebbe un bene che iniziasse a dialogare maggiormente con i dipendenti della sua azienda ritornando ad un modello famigliare, capace di far nuovamente innamorare gli italiani del marchio Fiat.

Convincendo a suon di investimenti e posti di lavoro l'italiano medio a tornare a comprare delle vetture made in Italy, magari meno perfette, ma pur sempre made in Italy. 

di Marco Fontana

 

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