Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
24 luglio 2012

Arena Rock, qualcuno può chiedere i danni a Chiamparino?

Sergio Chiamparino, il sindaco più amato dai torinesi, anzi dagli italiani, forse anche dall'intero mondo, magari pure a livello interplanetario. E' questa l'immagine con la quale il primo cittadino di Torino ha abbandonato la scena politica sabuada. Amministratore osannato dal cittadino medio, corteggiato dagli avversari, rispettato perfino dai più acerrimi detrattori.

Ma che cosa resta dei suoi magici anni di governo del capoluogo torinese? Che cosa rimane di quella gozzovigliata e abbuffata di immagine da cartolina, di paiette da avanspettacolo, di cocktail ai Muri, di new style torinese? A ben guardare ben poco, se non il conto da pagare... e che conto! E pensare che un buon amministratore dovrebbe essere giudicato da ciò che lascia in dote per le generazioni future. Insomma un po' quel che ha detto recentemente Mario Monti, parafrasando un celebre aforisma di De Gasperi, "lo statista guarda alle prossime generazioni".  Ma si sa che i conti si chiedono solo ad una parte politica: perchè il peso del giudizio etico/morale in questo Paese, e ancor di più a Torino, pende sempre e solo da un lato del piatto della bilancia.

Il suo successore, Piero Fassino, arranca. Sotterrato dai debiti lasciati dal suo predecessore. Debiti d'onore, debiti finanziari, ma soprattutto debiti d'ossigeno verso una Città che Chiamparino ha ridisegnato e rinfrescato solo a livello di facciata, a parole. La sua epoca è stata segnata da tante, troppe cattedrali nel deserto: opere che non avevano una mission d'ampio respiro, capaci di aprire nuove opportunità di lavoro per le future generazioni.

Enzo Ghigo, ex presidente della Regione Piemonte, qualcosa ha lasciato. Con la Reggia di Venaria ha recuperato un luogo che ancora oggi da i suoi frutti: in termini di ricadute occupazionali, culturali e turistiche. Chiamparino che cosa ha offerto in eredità? Un Parco di opere post olimpiche che crea solo nuovi costi e oneri di manutenzione. Un parco di opere che costringe l'attuale amministrazione a cedere a privati le quote di maggioranza delle poche partecipate che funzionavano e che producevano dividendi. Le poche, come l'inceneritore, che avrebbero continuato a produrre utili e che sono state costruite con i soldi dei contribuenti.

Arena Rock è l'ultimo esempio delle opere faraoniche del gran visir Chiamparino: sei milioni di euro per la realizzazzione di quello che doveva diventare il tempio della musica; qualche altro milione di euro per qualche restyling, nessun concerto di livello ospitato, ad un certo punto l'offerta a Maroni di sfruttare l'area addirittura come tendopoli per immigrati e proprio in queste ore le ruspe dello Juventus F.C. per abbattere la struttura. Il primo Club di Torino infatti ha acquisito l'area per una cifra simbolica dal Comune di Torino e sta "bonificando" l'area dai resti dell'impero di Chiamparino.

Nessuno però che osi alzarsi in Consiglio comunale è chiedere conto al sindaco più amato dai torinesi. Nessuno che chieda i danni ad un amministratore che era sempre il primo a sollevare la questione etico morale quando erano suoi colleghi a mal gestire la cosa pubblica. Nessuno che gli ricordi, a lui che siede in una strapagata fondazione bancaria grazie alla sua esperienza amministrativa, di ritornare il mal tolto alla Città di Torino.  Nessuno, perchè sarebbe troppo toccare la memoria dei "santi".

di Marco Fontana

 

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