Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
01 agosto 2011

Il grande bluff del moderato Chiamparino

 

Assoldato dal quotidiano il Mattino, Sergio Chiamparino, ha deciso di svestire definitivamente quel ruolo di sindaco super partes che gli aveva permesso di allargare facilmente il proprio consenso nel campo avversario tanto da fagocitare elettori di centrodestra quasi fosse una insaziabile mantide religiosa, per tornare a vestire i panni dell’esponente proto-comunista.
 
Basta infatti scorrere rapidamente il Chiamparino pensiero, nella rubrica inaugurata domenica scorsa dal giornale di Napoli, per comprendere come il moderatismo con il quale aveva addomesticato l’opinione pubblica sabauda è stato già dimenticato, magari in qualcuno di quegli schedari sovietici che non possono mancare nell’ufficio di qualsiasi ex dirigente Pci-Pds-Ds-Pd che si rispetti. 
Dalle colonne del Mattino l’ex primo cittadino di Torino, dopo un appello di buon senso “C’è un bisogno urgente di riformismo per uscire da questa spirale populistica perversa”, tuona in modo del tutto sclerotizzato e senza alcun distinguo e a senso unico contro l’irresponsabilità del centrodestra, a suo dire centro di tutti i mali della politica italiana. Ne ha per tutti ‘per il nuovo Popolo della Libertà, per l’egoismo privatistico del berlusconismo, per il nuovo segretario di partito Alfano, per la penosa pantomima dei Ministeri a Monza, per i demoni del mercato e dell’immigrazione paventati dai ministri berlusconiani”. Quando si dice che il lupo perde il pelo ma non il vizio…
 
Quanto siamo lontani dal Chiamparino Donchisciotte e voce fuori del coro del proprio partito: il sindaco che chiedeva a Roma i soldati per pattugliare le strade calde della sua città, che prendeva le distanze dai peones di Grillo che non permisero a Schifani e Bonanni di parlare alla Festa Nazionale del Partito Democratico organizzata a Torino, al fustigatore della Fiom e di Bersani per non aver steso un tappeto rosso a Fiat pronta ad investire un miliardo di euro.
 
Oggi, senza ruoli istituzionali, è rientrato nei ranghi della grande orchestra dell’antiberlusconismo di sinistra. Una scelta che svela il grande bluff di Chiamparino: un uomo che, nella città famosa per Gianduia, per oltre dieci anni è riuscito ad indossare una maschera da ‘riformatore’, nascondendo in verità i vizi di tutte le sinistre italiane.
 
Quando si invocano le riforme, caro Chiamparino, non ci si può mai dimenticare il rispetto per gli attori che si devono sedere al tavolo per compierle. Questo Paese si può cambiare solo percorrendo una strada che riallacci il dialogo e che abbandoni i toni da guerra civile che ormai caratterizzano il dibattito politico, sindacale e sociale. Dal 2009 ad oggi sono successi troppi atti di “pre-terrorismo” per non comprendere che esiste una responsabilità quando si prende in mano una penna e si inizia a scrivere. Le parole sono stati sassi e pallottole negli anni ’70, non vorrei che tornassero tali oggi.
 
di Marco Fontana
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