Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
24 ottobre 2012

Caos Pdl, Alfano sempre più come fu Martinazzoli

Il Popolo della Libertà è in uno stato totale di confusione. Non servono i sondaggi per capirlo; basta leggere le dichiarazioni antitetiche, se non isteriche, dei suoi esponenti nazionali che dalle pagine dei quotidiani non perdono occasione per descrivere future e improbabili traiettorie per il "nuovo" centrodestra del tutto discordanti tra loro.

Cronaca di un giorno di ordinaria follia. Per Gaetano Quaglierello, capogruppo degli azzurri alla Camera, è necessario un sussulto cattolico, prudentemente liberale; per l’onorevole Antonio Martino al contrario sarebbe preferibile una metamorfosi ultraliberale, neocon sullo stile di Ronald Reagan per rianimare un pdl ormai schiacciato in posizioni papaline. Più tranchant la Santaché che proprio ieri, dopo una fugace “fuitina” ad Arcore, definisce l’intuizione Pdl finita e vorrebbe resuscitare il collaudato e mai totalmente archiviato marchio di Forza Italia.

In questo caos partitico, paragonabile solo all’eclissi della vecchia Democrazia Cristiana, spetta al segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano, riscopertosi Penelope di questi tempi, riannodare i fili sfilacciati della tela del centrodestra tentando di mantenere unito lo zoccolo duro del partito, almeno fino allo scioglimento delle Camere.

Certamente è palesa l'esistenza di un ampio spazio elettorale moderato che oggi non si riconosce negli attuali assetti del Pdl e sul quale si potrebbe ricostruire le basi per un'alternativa seria al centrosinistra. Una ricostruzione che ha però una condizio sine qua non: il cambio totale dell'attuale classe dirigente e una cesura netta con un'era d'oro che non si può vivere con nostalgia, ma che si deve saper superare con la forza delle idee e del pragmatismo.

Sicuramente però bisogna superare alcune criticitá titaniche per un Pdl che negli ultimi vent'anni si era abituato a dettare in solitudine i temi dell'agenda politica italiana e a farsi inseguire dagli avversari e mai il contrario. Insomma la priorità è di cimentarsi, in un campo di battaglia nuovo, in uno sforzo riformista nonostante gli sfavori del pronostrico. Oggi il Pdl è un partito orfano del suo leader (sempre più dio Crono e e sempre meno padre nobile), azzoppato dal fiume in piena di scandali e di avvisi di garanzia che inondano le pagine dei giornali e schiacciato nel suo spazio liberale dalla “deriva” centrista e giovanilista ricamata dal pifferaio Renzi per il Pd. Ma come nel 1994 molti elettori stanno alla finestra in attesa di un'offerta moderata al quale aggrapparsi per non vedere l'Italia svenduta alla scalcagnata armata pallido rossa di Airaudo-Bersani-Casini-Vendola.

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