Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
18 febbraio 2013

Eutanasia in diretta di un Papato

Benedetto XVI, "l'umile lavoratore della vigna", ha rinunciato al suo ministero, in altre parole si e’ “dimesso”. Il vigore del corpo e dell'anima pare non fossero sufficienti ad affrontare in modo adeguato la sua missione di pontefice nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di enorme rilevanza per la fede cristiana.

Alcune domande, tuttavia, sorgono spontanee: può un papa, il servo dei servi di Dio, permettersi di abbandonare la barca di San Pietro solo perché è stanco? Può il successore di San Pietro volontariamente “staccare la spina” a un Papato? Insomma, può decidere di applicare l'eutanasia a un incarico che, almeno secondo la dottrina cattolica, promana direttamente dallo Spirito Santo? Secondo autorevoli esponenti della Chiesa di Roma, a partire dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha senza dubbio il potere di farlo: "É la decisione di un uomo di fede che sa di dover solo annunciare a Gesù". Notiamo tuttavia che in questa affermazione è insita una profonda contraddizione, quasi una dicotomia: da un lato la facile indulgenza concessa alle scelte unilaterali dei Capi della Chiesa, dall'altro lato la costante domanda di grandi sacrifici e di atti di fede che proprio quest’ultima richiede, senza alcuno sconto, alla matura comunità dei fedeli.

In questi giorni, è bene ribadirlo, il capitano ha abbandonato la barca di Pietro prima dei passeggeri, lasciando al Conclave il compito di parare il colpo. Una frattura epocale che lascia sconcertati, in particolare perchè si è consapevoli che essa è stata provocata da un uomo che sa perfettamente che "quando il pericolo è grande non si può scappare": sono parole dello stesso Ratzinger. Eppure il pericolo per la Chiesa sussiste ancora, anzi sembra crescere sempre di più, se guardiamo ai numerosissimi scandali che l'hanno scossa e indebolita negli ultimi anni. Scandali ancora in gran parte da metabolizzare per l'opinione pubblica: basta farsi un navigata sul profilo twitter del Santo Padre per capirlo. Rammentiamo come Benedetto XVI, nei suoi otto anni di Papato, abbia affrontato una sua piccola via Crucis: per esempio ci furono l'ira dell'Islam per le parole del suo discorso di Ratisbona contro la Guerra Santa e il terribile scandalo della pedofilia, per le violenze sui bambini perpetrate da sacerdoti europei e statunitensi. E ancora: lo scandalo dei fondi dello Ior, la revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani, il caso delle dimissioni “spontanee” del direttore dell'Avvenire, il crack dell'Ospedale San Raffaele e, infine, il caso Vatileaks. Si comprende quanto fosse pesante il fardello che Ratzinger ha dovuto sostenere in questi anni, ma la questione resta aperta: si può scendere dalla croce? Per esercitare il “mestiere” di papa, si sa, occorre avere il physique du rôle: ma Giovanni Paolo II, il papa cosiddetto atleta, ha dimostrato che la fede può supplire al venir meno del vigore fisico e intellettivo. Un insegnamento, uno dei più alti impartiti dal suo predecessore, che Ratzinger ha drammaticamente disatteso, umanizzando temporalmente il ministero pietrino. Magari, da oggi in poi, avremo una Chiesa più moderna. Grazie al suo gesto sarà più facile per i suoi successori abdicare o porre limiti d'età alla propria durata in carica, ma a quale prezzo? Se gli applausi per le dimissioni di Benedetto XVI provengono dai più laici, quando non laicisti, tra gli intellettuali e opinionisti italiani e internazionali, una ragione ci sarà e qualche dubbio bisognerebbe farselo venire.

L'opinione pubblica italiana, o almeno quella mostrata dai media, preferisce soffermarsi su altre sfaccettature della questione. Ci si interroga se la scelta di abdicare, presa a meno di una settimana dal voto per il rinnovo del Parlamento, voglia favorire questo o quello schieramento. Ci si domanda se un’opzione del genere sia già avvenuta in passato, ma non per approfondirne i risvolti umani e spirituali, ma soltanto per una feticista curiosità di natura quasi statistica. Ci si lancia nell’immancabile caccia ai papabili. Solamente i più temerari, potremmo quasi definirli complottisti, predicono l’imminente scoppiare di scandali che scuoteranno la Chiesa di Roma dalle fondamenta. Disamine tutte quante superficiali, perché più preoccupate a dare a Cesare quel che è di Cesare, che non a Dio quel che è di Dio. Nessuna capace di accorgersi dell'unica vera notizia: l'aver appena assistito in diretta all'eutanasia assistita di un Papato.

di Marco Fontana - Pubblicato da "La Voce della Russia"

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