Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
13 maggio 2013

Un fragile Governissimo che ignora ciò che viene deciso dall’Ue

La manifestazione organizzata sabato scorso a Brescia dal Popolo della Libertà, in risposta alla condanna per frode fiscale impartita a Berlusconi per la compravendita dei diritti tv di Mediaset, ha messo in luce la fragilità di quel “Governissimo”, messo in piedi solo grazie alla tenacia del Presidente Giorgio Napolitano.

I falchi del Partito Democratico, infatti, non hanno perso l’occasione per stigmatizzare la presenza al comizio del leader azzurro di alcuni esponenti governativi di centrodestra. “Mi pare che sia davanti agli occhi di tutti la gravità. È chiaro che questa manifestazione complica i rapporti. E non solo tra PD e PDL, ma tra tutti i partiti” ha affermato il viceministro all'Economia Stefano Fassina. “Deve essere chiaro – ha sottolineato l'esponente del PD - che noi non faremo mai nessuna legge ad personam e che per noi non si mette in discussione l'autonomia e l'indipendenza della magistratura”. Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo PD alla Camera, Roberto Speranza, che giudica “inopportuna la manifestazione del PDL di ieri a Brescia”. Rosy Bindi, riferendosi ad Alfano, ha tuonato: “E’ grave che il vicepremier partecipi a una manifestazione contro i giudici”

A chi giova questo fuoco incrociato? Non certo all’Italia, che di tutto ha bisogno fuorché di perdere di vista questioni vitali come la riduzione del debito pubblico, il rilancio del lavoro, l’alleggerimento del fisco e della burocrazia, l’aumento della competitività a livello internazionale e soprattutto i rapporti con l’Unione Europea. Bisogna rimboccarsi le maniche e cercare soluzioni concrete per i problemi del Paese reale, mettendo da parte le diversità.

Il partito che oggi sta esprimendo il presidente del Consiglio e la maggior parte dei ministri della Repubblica, dei sottosegretari e dei presidenti di Commissione sta cercando di affossare un governo epocale per numeri e per potenzialità. Il PD infatti preferisce ‘buttarla in caciara’ (come si dice a Roma) su qualsiasi tema, sottolineando i distinguo ideologici invece di entrare nel merito delle singole problematiche. Un approccio autolesionista che non si accorge di giocare con il fuoco della rabbia e disperazione sociale. Secondo le stime Istat, nel 2014 la disoccupazione italiana salirà ancora, passando dal 11,9 al 12,3%. Si darà da mangiare a questi cittadini bisticciando sull’opportunità o meno di indire una manifestazione di protesta? Che poi a dirla così in altri Paesi sembrerebbe di essere di fronte ad un attentato all’indipendenza dei giudici: cosa che non è mai avvenuta in oltre vent’anni, e non si capisce perché dovrebbe accadere proprio ora, quando il centrodestra ha un peso molto minore alla guida del Paese. Peraltro è un tema trito e ritrito che gli elettori hanno potuto già valutare, visto il numero di tornate elettorali nelle quali è stata data loro la possibilità di dire basta al movimento berlusconiano.

Mentre in Italia ci si scanna, nell’Ue ridono. Proprio in questi giorni si sta istituendo una Corte europea che avrà diritto di decidere sulle controversie tra Paesi comunitari per il riconoscimento di brevetti. Una scelta che numerosi analisti sostengono andrà a tutto vantaggio degli Stati più forti dell’Unione. Su un tema di questa importanza, il silenzio dell’Italia è assordante.

Sempre nell’Ue dal 5 giugno sarà istituito un aumento dei dazi nei confronti dei pannelli fotovoltaici prodotti in Cina, un rincaro che potrebbe arrivare fino al 63%. Un modo per contrastare il dumping dei produttori orientali: di fatto, la Ue ha dato ragione agli industriali europei del settore, che accusano i cinesi di aver invaso il mercato del Vecchio Continente abbassando artificialmente i prezzi, tenendolo al di sotto dei costi. Ad una più attenta analisi, si scopre però che a beneficiarne sarà soprattutto la Germania, che detiene il 40% del mercato fotovoltaico dell’Ue e che è quindi la nazione più esposta nella concorrenza. Peccato che quando l’Italia chiese l’aumento dei dazi nel settore tessile, non ci fu la medesima attenzione, anzi Bruxelles contribuì scientificamente ad affossare uno dei comparti migliori e più ricchi del Bel Paese.

Questioni di priorità: mentre in Italia si gioca al solito teatrino della politica, nell’Ue si decidono le sorti reali dei cittadini, anche di quelli italiani, senza però la partecipazione alle decisioni dei nostri rappresentanti politici.

di Marco Fontana - Pubblicato su LA VOCE DELLA RUSSIA

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