Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
12 giugno 2013

Da Unioncamere Piemonte porte aperte alla Russia

Che il rapporto Russia-Italia sia stretto si evince chiaramente dai dati congiunturali elaborati da Unioncamere Piemonte per “La Voce della Russia”. Gli indicatori dimostrano come il Piemonte sia ancora una terra tutta da scoprire per gli investitori russi. Paolo Bertolino, segretario generale di Unioncamere Piemonte, interpellato da “La Voce della Russia” ha raccolto immediatamente la sfida.

Che cosa può fare il Piemonte per attrarre maggiormente gli investitori russi?

In verità questi dati raccontano una realtà parziale, poiché all’export Piemonte-Russia e Italia-Russia mancano i dati della vendita diretta ai russi: questi, infatti, vengono spesso a visitare il nostro Paese, ad ammirare le nostre bellezze paesaggistiche, culturali, enogastronomiche. Sono dei grandi estimatori delle nostre terre. Questa scelta certamente penalizza i dati dell’export. Sicuramente però è importante rafforzare ancora di più i rapporti tra la nostra Regione e la Russia: insieme possiamo crescere entrambi.

 

Che cosa può offrire in particolare il Piemonte?

Sicuramente il patrimonio artistico e ricreativo. Negli ultimi anni, sopratutto grazie ai Giochi Olimpici Invernali, abbiamo cambiato pelle, riuscendo a coniugare la tradizione manifatturiera con una riscoperta vocazione turistica. Tuttavia, mi piacerebbe consegnare ai russi un’immagine del Piemonte ancora diversa. La nostra è una Regione di grandi competenze e di alta professionalità: siamo l’indiscussa capitale italiana della ricerca e dell’innovazione. Il Politecnico di Torino è un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, che può dare molto a chi desideri investire sullo sviluppo e sulla tecnologia. Siamo pronti ad accogliere e ad accompagnare tutti gli imprenditori russi che vogliano scommettere sul nostro territorio. Il Piemonte ha da sempre una grande capacità di fare rete tra i vari attori istituzionali: credo che questo costituisca un elemento fondamentale per far comprendere che il sistema Paese c’è per un investitore.

E il Piemonte può rafforzare la propria presenza in Russia?

Credo proprio di sì. Il mio sogno è vedere aprire Eataly anche a Mosca. Un modo innovativo per portare in Russia una parte quella parte del patrimonio piemontese non soltanto enogastronomica, ma anche culturale. Non mancherò di lanciare la sfida a Slow Food e al patron di Eataly.

La fotografia dell’anno 2012 per le importazioni russe dall’Italia ha registrato, infatti, un incoraggiante balzo in avanti dell’8,4%. rispetto all’anno precedente. Dal canto suo, la Russia esporta sempre di più nel Belpaese, crescendo in modo omogeneo, non soltanto nel settore energetico (+5,1%), tradizionale punto forte della sua bilancia commerciale grazie alle risorse naturali di gas e altre materie prime, ma soprattutto migliorando le proprie performance anche nella vendita di prodotti agricoli (+0,5%) e nelle attività manifatturiere (+16,5%). In totale, si parla di un giro d’affari di oltre 18 miliardi di euro di prodotti importati, una cifra di tutto rispetto visto che ha saputo aumentare di due milioni di euro rispetto al 2008, anno di inizio della crisi finanziaria mondiale. Sintomo di un interesse crescente dell’Italia per Mosca e dintorni è in particolare la crescita degli alimentari, delle bevande e dei tabacchi. Un segnale molto incoraggiante, considerata la grande attenzione dei consumatori italiani per queste tipologie di prodotti, dove peraltro il Made in Italy eccelle.

Medesima attenzione viene rivolta dalla Russia ai prodotti italiani. I rapporti commerciali con la Russia sono cresciuti, sfondando quota 9 miliardi di euro di fatturato. L’incremento è stato del 7,4%. Ad aumentare in questo caso sono state le esportazioni di prodotti alimentari (5,8%+), tessili e d’abbigliamento (+12%) e apparecchi elettrici e biomedicali (+20,3%).

Il Piemonte viaggia in controtendenza: lo scambio di prodotti dalla Russia verso il Piemonte rappresenta solo lo 0,3% dell’import totale e nell’ultimo anno ha subito una flessione del 38,6%. Pesante la flessione dei prodotti manifatturieri: in particolare legno (-34,7%), plastica e sostanze chimiche (-44,7%), prodotti petroliferi (-100%). Anche sul fronte dell’export la regione sabauda non dà il meglio di sé, con un giro d’affari verso la Russia di 787 milioni di euro, in aumento sì rispetto al 2011 (+4,3%) ma in netto calo sul 2008, quando il fatturato complessivo ammontava a quasi 1 miliardo di euro.

di Marco Fontana - Pubblicato da LA VOCE DELLA RUSSIA

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