Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
27 agosto 2013

Con la classe media a rischio d’estinzione non esiste neppure Berlusconi

Da vent’anni a questa parte a tener banco nel dibattito politico italiano è la “tragedia” berlusconiana. Un dramma, per tante ragioni, lento a consumarsi. Un po’ perché sembra ormai essere alle battute finali, poco alla volta ma inesorabilmente. Molto perché esistono oltre dieci milioni di persone che continuerebbero a votarlo anche laddove finisse in carcere. Moltissimo per gli accenti patetici e grotteschi dei nemici storici del Cavaliere, che non attendevano altro per poter redigere l’ennesimo epitaffio del proprio acerrimo avversario, sperando che sia la volta buona.

Proprio quest’ultimo punto merita attenzione. Non importa se in questi anni Berlusconi abbia più volte sorriso alla propria “estinzione”, sbandierata ai quattro venti dai suoi concorrenti, dagli ex alleati e dall’intelligenzia radical-chic. L’occasione per sputare un po’ di fiele è troppo ghiotta. Soprattutto per chi non è mai riuscito a batterlo sul campo, ma solo con la denigrazione personale. D’altra parte ciò non dovrebbe stupire troppo, visto che molti di coloro che oggi commentano “il viale berlusconiano del tramonto” sono gli stessi che ne hanno fatto il proprio “core business” durante gli ultimi vent’anni: chi scrivendo libri per tirare a campare, chi additando su un unico individuo la colpa di tutte le proprie sfortune, chi (ed è la cosa peggiore) facendo politica non contro le idee di un partito ma contro una persona, una famiglia e un’azienda.

Spiace dirlo, ma è un panorama sconsolante. E lo diventa ancora di più osservando che nessuno, ripetiamo nessuno, pone l’accento sulla pochezza dell’intera classe dirigente italiana: politica, civile, intellettuale. Mezzo popolo italiano preferisce godere della discesa agli inferi di un unico soggetto e l’altra metà si infuria per la medesima, senza piuttosto rimboccarsi le maniche per il proprio Paese, mentre quest’ultimo vede scomparire la sua classe media.

Lascia ancora più esterrefatti constatare come gli eletti del centrodestra non si accorgano di ciò che sta accadendo al popolo italiano. Restano stretti attorno al proprio leader, capo, padrone - che ha subito senza dubbio un’attenzione quantomeno singolare da parte della magistratura (solo chi non vive in Italia non può comprenderne i risvolti più aberranti) - ma non si rendono conto del concreto rischio di estinzione del suo stesso elettorato e della sua stessa ragion d’essere. Non è possibile che nell’incontro tra Letta e Alfano, avvenuto in queste ore, il primo punto dell’ordine del giorno posto dal centrodestra sia la decadenza o meno di Berlusconi, e dopo di essa l’Imu. Non è neppure concepibile che sia solamente l’Imu la conditio sine qua non per il proseguo dell’attuale Governo di larghe intese.

Basta farsi un giro per le città e vedere il numero di alloggi messi in vendita da proprietari che non ce la fanno più. È importante guardare alla quantità di risparmi degli italiani che si sta erodendo per pagare tasse, le quali però non servono a diminuire il debito pubblico, anzi. Quest’estate le strade delle grandi città non si sono svuotate: il 60% dei cittadini non è andato in ferie. È sufficiente parlare con i preti delle varie mense per i poveri, che oggi servono i piatti anche a coloro che fino a ieri erano piccoli imprenditori. È doveroso guardare alla tremenda catena di suicidi che si sta registrando a causa della crisi e che colpisce persone insospettabili.

Senza piccola e media borghesia non c’è neppure il centrodestra. Invece di pensare alla decadenza di Berlusconi si farebbe bene a mettere in discussione la lenta agonia di una fascia della popolazione italiana che per anni ha tirato la carretta mantenendo anche chi era in difficoltà, anche chi evadeva totalmente, anche chi risultava nullatenente. Mai come in questi ultimi anni, coi governi Letta e Monti, i ricchi sono diventati sempre più ricchi e la fila dei poveri si è ingrandita a dismisura. Sono le stime Ocse a asserirlo, non quelle di un osservatorio qualunque. Farebbe bene anche il centrosinistra ad alzare le antenne su questo argomento, prima che gli esploda tra le mani. L’umanità sfrutta le mucche come il verme solitario sfrutta l’uomo: si è attaccata alle loro mammelle come una sanguisuga, sosteneva Kundera; ma prima o poi a togliere biada e fieno alla mucca il latte non viene più. E la soglia si è superata già da un pezzo, in Italia.

di Marco Fontana - Pubblicato su LA VOCE DELLA RUSSIA

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