Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
29 gennaio 2014

Una soluzione alla crisi: le cooperative di lavoratori

Nel 2013 sono nate 384.483 imprese in Italia, circa 600 in più rispetto al 2012. Al flusso delle iscrizioni di nuove imprese, sostanzialmente regolare, ha fatto da contraltare un aumento del numero di quelle che hanno cessato l’attività: dalle 364.972 del 2012 alle 371.802 dell’anno scorso. Il bilancio di questi scostamenti ha prodotto un saldo anagrafico di fine anno ancora una volta positivo, seppure ridotto dalla crisi a sole 12.681 unità.

È il valore più modesto dal 2004 ad oggi, ma è disastroso se si pensa ai numeri italici durante il boom economico degli anni ’80-‘90. Rimane comunque un quadro a tinte fosche sulla natalità e sulla mortalità delle imprese, tratteggiato da Unioncamere sulla base di “Movimprese”, la rilevazione statistica condotta ogni anno da InfoCamere, che è la società che gestisce il patrimonio informativo delle Camere di Commercio italiane.

Di fronte a questi dati tutt’altro che incoraggianti, è bene interrogarsi su quali strade si aprano per quei cittadini che non vogliono arrendersi alla disoccupazione di massa. La Voce della Russia ha pertanto deciso di approfondire questo tema di grande attualità contattando la dottoressa Susanna Barreca, funzionario della Regione Piemonte, esperta riconosciuta di Sostegno all’Imprenditoria e alla Cooperazione a livello nazionale.

- Dottoressa Barreca, i lavoratori si arrendono alla crisi o si sta registrando una volontà di reazione?

- La crisi porta con sé molta voglia di fare impresa. C’è chi rimane indietro, ma c’è anche chi crede fortemente nelle proprie competenze e nella propria professionalità, e cerca di metterle sul mercato attraverso forme di auto-impiego. Dal 2008 ad oggi le Istituzioni hanno operato in questo senso per aumentare i servizi di sostegno a questa riscoperta della “voglia di fare impresa”, per far evitare ai neo-imprenditori inutili e dannosi salti nel vuoto. Abbiamo lavorato molto sull’accompagnamento e sul sostegno alla creazione di cooperative: una delle formule più sicure per chi voglia affacciarsi in questo mondo.

- Le cooperative stanno quindi prendendo piede in Italia?

- Assolutamente sì: è una tipologia d’impresa largamente utilizzata. Diciamo che le Regioni più attrezzate in tal senso sono l’Emilia Romagna, la Toscana, le Marche (sede del Coordinamento nazionale in materia) e il Piemonte: quest’ultimo in particolare è la prima regione ad essersi dotata di una legge-cornice sulla Cooperazione, la quale ha il merito di aver chiarito in pochi articoli tutti gli incentivi a disposizione dei cittadini, di aver istituzionalizzato la partecipazione del movimento cooperativo e di aver istituito un Osservatorio Regionale della Cooperazione per monitorare lo stato di salute del tessuto imprenditoriale esistente. A questo va aggiunta la creazione di un portale internet dedicato esclusivamente a questa materia (http://www.cooperative.piemonte.it/cms/).

- Che cosa distingue una cooperativa dalle altre forme di impresa?

- A fare da spartiacque è Principalmente il concetto di mutualità prevalente. Una cooperativa si distingue, infatti, quando la maggior parte dei prodotti e dei servizi sono in mano ai soci lavoratori e non ai lavoratori dipendenti.

- A chi consiglierebbe di aprire una cooperativa?

- In particolare ai giovani e alle donne, che sono solitamente soggetti deboli nelle imprese tradizionali. Tutti partono allo stesso livello e prendono le decisioni insieme nell’assemblea, che è il vero organo decisore: dunque non vi possono essere lavoratori di serie B. Peraltro, il patrimonio personale è maggiormente protetto e quindi il fattore di rischio è minore; un fattore tutt’altro che trascurabile in questo periodo. Aggiungerei però che la cooperazione è utile anche per quei lavoratori che vogliano rilevare la propria azienda o acquisirne un ramo. Dal 2011 questo fenomeno è sempre più frequente, come ultima spiaggia per salvare il proprio posto di lavoro. D’altra parte, spesso le aziende non falliscono per mancanza di commesse o per incapacità, ma solamente a causa di crediti non riscossi. Perciò il passaggio di mano della proprietà può portare ad una preziosa continuità dell’assetto produttivo.

- Ma una cooperativa può competere con le altre tipologie di aziende?

- La Regione Piemonte ha lavorato molto su questo punto, aiutando a consolidare le cooperative con incentivi per aumenti di capitale ad hoc e con una migliore qualificazione del management. Spesso le cooperative venivano costituite con i canonici 25 euro contro i 10 mila delle imprese a responsabilità limitata: si capisce quindi lo scarso appeal che esercitavano nei confronti del sistema bancario. Dal canto suo, il Piemonte ha contribuito alla ricapitalizzazione di 465 cooperative con 15 milioni di euro, che hanno generato nuovi investimenti per ulteriori 22 milioni di euro: quindi, un successo che aiuta a rivitalizzare il nostro validissimo tessuto imprenditoriale.

di Marco Fontana - Pubblicato da LA VOCE DELLA RUSSIA

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