Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
05 marzo 2014

Italia, non c’è bisogno di pifferai magici

L’Italia avrebbe bisogno di tante cose, ma non dell’ennesimo pifferaio magico che disegni mondi fantastici. Eppure, il neo premier Matteo Renzi preferisce vestire questi panni in ogni sua uscita pubblica: promette mirabolanti e salatissime rivoluzioni che hanno solo una piccola insormontabile criticità, la copertura finanziaria. Dove ha fallito Enrico Letta, perché dovrebbe riuscire Renzi?

Scorrendo i suoi lunghi monologhi, recitati ai due rami del Parlamento per ottenere la fiducia, è desolante calcolare quanto possa costare la nuova Italia annunciata entro l’anno dal sindaco di Firenze: più di 100 miliardi di euro. Un vero sproposito, visto che il precedente Governo, che contava gli stessi uomini di quello attuale e numeri più ampli, non è neppure riuscito a trovare la piena copertura per l’abolizione dell’Imu sulla prima casa. È lì il costo era di appena 4 miliardi. Ma alimentare false speranze non costa nulla e quindi…

Così, mentre il nuovo presidente del Consiglio vaneggia su improbabili riduzioni immediate del 10% del cuneo fiscale (più di 10 miliardi di euro), di un punto percentuale delle aliquote più basse di Irpef (35 miliardi di euro), sull’introduzione di una sorta di reddito da cittadinanza – tema tanto caro al M5S (40 miliardi di euro), sull’abolizione di un terzo dell’Irap (13 miliardi di euro), intanto gli italiani incassano zitti e buoni il primo aumento. Dal 1° marzo, infatti, scatterà l’ennesimo rincaro sulla benzina. Si tratta di un ritocco piuttosto contenuto: 0,24 centesimi al litro dell’accisa sulla benzina e sul gasolio. Tuttavia, è bene ricordare che una famiglia che possiede un’auto con percorrenza annua di 15mila km sborserà quest’anno 257 euro in più rispetto al 2010. Nel caso di automobile diesel, invece, l’incremento rispetto a quattro anni fa sarà addirittura di 388 euro.

Ecco che nasce spontanea la domanda: perché il premier Renzi, che pare nutrire questa grande sensibilità per le tasche degli italiani, non ha bloccato l’aumento delle accise? Questa sì che sarebbe stata una boccata d’ossigeno immediata. Anche perché è chiaro che questa lievitazione della pressione sui carburanti andrà a pesare in modo sistematico sui prezzi di alimenti e servizi. Se si pensa poi che il Decreto del Fare prevede ancora tre aumenti delle accise entro il 2017 (per un ammontare di oltre 1 miliardo di maggiore gettito) allora si comprende come i 500 euro di minori tasse che un italiano potrebbe risparmiare con lo sconto dell’Irpef promessa da Renzi sarà solo una partita di giro per saldare i maggiori costi del pieno dell’auto, della spesa e del pagamento delle utenze domestiche. Insomma il pifferaio non solo è bravo a rabbonire, ma sa anche fare bene i conti e i compiti a casa per l’Europa.

Intanto il Codacons e l’Istat scattano una fotografia sconcertante dell’Italia, che loro stessi definiscono quasi da Paese "del Terzo Mondo". I dati comunicati nel rapporto annuale 2013 che l'Istat ha consegnato alla Camera sono drammatici. Un Paese alla fame: con 8,6 milioni di italiani che non ha nemmeno 800 euro in banca per far fronte alle emergenze, 15 milioni che vivono in una situazione di grave disagio economico, un ceto medio demolito dalla crisi e dalla pressione fiscale, 3 milioni di disoccupati in cerca di lavoro in media da 21 mesi, un tasso di inattività altissimo soprattutto tra giovani e mamme e una riduzione dei consumi mai così alta dagli anni Novanta. Un quadro che supera l'allarme ormai comune negli ultimi mesi. Proprio sui consumi è allarme rosso. Il calo del potere d’acquisto delle famiglie, causato soprattutto dall'inasprimento del prelievo fiscale, come dichiara l’Istat, ha provocato la più forte riduzione dei consumi dagli anni Novanta: è diminuito del 4,8%, dopo un quadriennio caratterizzato da un continuo declino. Quasi due famiglie su tre, nel 2012, hanno ridotto la spesa di prodotti alimentari: il 62,3% stringe la cinghia, quasi il 9% in più del 2011.

Una situazione tragica, nella quale Renzi, nel cercare di difendersi durante il confronto con Grillo, ha ricordato "Tu hai visto ieri che è successo? Due ragazzi si sono uccisi per mancanza di posti di lavoro". Questo dimostra soltanto che le parole non sono più sufficienti ed è necessario passare ai fatti, non alle citazioni per luoghi comuni. Ormai il popolo italiano ha scelto la pillola rossa, quella che apre gli occhi dentro Matrix: il mondo della finzione e dei pifferai magici rischia di fare una brutta fine.

di Marco Fontana - Pubblicato da LA VOCE DELLA RUSSIA

Commenti
Non ci sono commenti a questo post