Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
13 maggio 2014

Confedilizia: l’Imu ha introdotto una patrimoniale gigantesca

Ma dove vanno a finire i soldi delle nostre tasse? Ce lo chiediamo proprio in queste ore, in cui i Comuni si preparano a comunicare ai loro cittadini le aliquote delle nuove imposizioni sulla casa. I dati parlano chiaro: è un vero salasso, introdotto dai Governi Monti e Letta e poi ratificato dall’attuale premier Renzi.

Alcuni numeri, frutto di uno studio di Confedilizia, spiegano una volta per tutte come la tassazione sugli immobili sia cresciuta in modo vertiginoso negli ultimi quattro anni, a differenza di quanto affermano i ministri dell’Economia succedutisi in questi anni. Nel 2011 il gettito Ici era di 9,2 miliardi di euro; nel 2012 Monti “inventa” l’Imu e il ricavato per le casse statali balza a 23,7 miliardi. E dopo la breve parentesi del 2013, dove c’è uno sconto per i possessori della prima casa, contentino ricevuto grazie alla campagna elettorale, ecco che nel 2014 il conto da pagare da parte dei contribuenti lievita alla stratosferica cifra di 27 miliardi. Per intenderci, il passaggio dall’Ici all’Imu è valso +17,8 miliardi di euro di tasse.

C’è veramente da chiedersi che fine abbiano fatto queste risorse, visto che il debito pubblico italiano ha toccato nel frattempo un nuovo massimo storico: in febbraio è aumentato di 17,5 miliardi, toccando quota 2.107,2 (fonte di questa informazione è la Banca d’Italia). Alla fine dello stesso mese del 2013 l’ammontare del debito era di 2.018,2 miliardi, quindi su base annua l’aumento è stato pari a 89 miliardi di euro. Il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 19 miliardi, quello degli enti locali è diminuito di 1,5 miliardi (da 110,2 a 108,8 miliardi) e quello degli enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato.

Secondo il supplemento al Bollettino statistico di Bankitalia, tra le amministrazioni locali le più virtuose sono state le Regioni, che hanno visto il debito calare da 38,9 a 38,3 miliardi, a fronte invece di un lieve incremento del “buco” dei Comuni (dai 47 miliardi di gennaio a 47,1). Stabili le Province, a 8,4 miliardi: e così, anche qui si sfata il mito propinatoci dagli ultimi governi, secondo cui le Regioni sono il nemico da abbattere; sono invece le amministrazioni centrali a fare debito e a consumare voracemente quasi tutto il gettito maggiore derivante dalle imposizioni sugli immobili.

La Voce della Russia ha chiesto a Corrado Sforza Fogliani, presidente nazionale di Confedilizia, un parere sull’attuale situazione per i possessori d’immobili, che in Italia, va detto, sono più dell’80% dei contribuenti.

- Che cos’è successo con il passaggio dall’Ici all’Imu?

- E’ successo che i Governi hanno generato l’effetto di una patrimoniale straordinaria di 355 miliardi di euro a carico di famiglie e imprese, causando una massiccia caduta, oltre che del numero di compravendite, anche dei valori degli immobili. E con l’introduzione della Tasi, a partire da quest’anno, sugli italiani graverà una patrimoniale pari al 25% del Pil.

- Questa scelta ha creato anche una perdita di occupazione?

- Sì, certamente. Gli investimenti sono diminuiti di 14 miliardi (quasi un punto di Pil) ed essendo molto alto il loro effetto di moltiplicatore della domanda, si può dire che ciò ci abbia fatto perdere un punto e mezzo di Pil in un biennio. La caduta di 400mila addetti nell’occupazione diretta e indotta ha generato una disoccupazione del 50% sul totale del medesimo periodo. L’Italia ne aveva subìto il contraccolpo, ma sino al 2011 aveva avuto un’occupazione e un Pil superiori alla media del Sud dell’Europa, grazie al fatto di non aver patito la crisi del settore immobiliare. Le banche italiane avevano molto debito pubblico, ma non avevano sofferenze nel credito edilizio, con le famiglie e il patrimonio immobiliare privato che garantivano l’economia pubblica. Con l‘Imu e ora con la Tasi, il Governo (anche per via della pressione dei Comuni) ha creato la crisi da cui l’economia di mercato era scampata.

- Quali proposte ha avanzato Confedilizia?

- Ripristinare la deduzione Irpef del 15% per i redditi da locazione; estendere l’esenzione Imu per gli immobili invenduti; liberalizzare le locazioni ad uso diverso dall’abitativo; eliminare la tassazione Irpef per le case sfitte; semplificare la cedolare secca sugli affitti; fissare per legge al 4 per mille, l’aliquota Imu per gli immobili locati (per lo meno in caso di contratti concordati). Con l’attuale Governo qualche timido spiraglio di trattativa si è aperto, ma solo laddove non vi sia la riduzione degli introiti fiscali. Si comprende come tale scelta non aiuti i proprietari di un’abitazione e, più in generale, l’economia italiana.

- Perché colpire con tutta questa forza il diritto alla proprietà?

- Semplice, lo Stato italiano ha alzato bandiera bianca sulla lotta all’evasione sui redditi, finendo per colpire dove è più facile. Peccato che questa scelta generi effetti deleteri sull’occupazione e sulla crescita del Paese, provocando danni simili a quelli di uno tsunami.

di Marco Fontana - Pubblicato da LA VOCE DELLA RUSSIA

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