Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
16 maggio 2014

Il cancro dell’Italia: la maleducazione della classe politica

È la classe politica italiana ad alimentare il fuoco dell’antipolitica che sta bruciano il Paese. Niente di nuovo: si tratta solo di una mera constatazione, ma crediamo sia bene metterla nero su bianco, a pochi giorni dalle elezioni europee, che avranno quasi certamente come risultato un rafforzamento senza precedenti dei cosiddetti partiti della protesta, con l’M5S in testa.

I politici italiani stanno mostrando da troppi anni le seguenti caratteristiche: maleducazione esasperata, supponenza, sfrontatezza, rissosità, tendenza all’inamovibilità dalla poltrona, lontananza dalla realtà dei cittadini comuni, intoccabilità. Essendo noncuranti degli effetti che causano sul pubblico che li osserva, non si rendono neanche conto che si stanno autodistruggendo e delegittimando da soli.

Basta guardare una tribuna politica o un talk show perché la bile salga al cervello di chiunque abbia un minimo di sale in zucca. Quello che colpisce in particolare è lo scontro che sempre più spesso non si consuma neppure tra avversari politici, ma addirittura all’interno della stessa coalizione o partito. Resta come caso emblematico il defenestramento dell’ex premier Enrico Letta da parte dell’attuale presidente del Consiglio Matteo Renzi. Per alcune settimane se le sono suonate di santa ragione in un’escalation dove a rimetterci era solo la credibilità del nostro Paese, ostaggio di una vendetta post congressuale a distanza. Uno spettacolo indecoroso, mentre si contavano a decine i cosiddetti suicidati di Stato.

L’azione demolitrice di questa classe politica ha prodotto una drammatica mancanza di punti di riferimento. Nella folle ricerca di raggiungere il potere fine a se stesso, i nostri rappresentanti hanno investito qualsiasi cosa incontrassero lungo il loro percorso: non importa che si trattasse di istituzioni o di enti terzi e imparziali. Si pensi a organi quali l’Ocse, l’Istat, l’Eurispes, la Cgia di Mestre, la Banca d’Italia, la Corte dei Conti, solamente per fare alcuni esempi. Ormai, ogni volta che qualcuno cita gli studi di questi Enti, vi è subito un altro che si alza e ne delegittima l’autorevolezza per la propria convenienza immediata. Uno sport indegno, perché alimenta il relativismo, anzi il qualunquismo. I cittadini, privati di ogni certezza, non sanno più a chi credere e perciò si aggrappano a chi in quel momento grida più forte alla loro pancia.

A volte, di fronte a certi candidati si sente dire è un uomo d’altri tempi, una persona delle Istituzioni: ed è in questa affermazione che si racchiude la notizia. Essere un uomo tutto d’un pezzo è diventato la cosa per eccellenza fuori dal comune. E infatti personaggi di questo tipo sono i primi ad essere espulsi dal sistema: un sistema autoreferenziale che assolve se stesso in ogni occasione.

È emblematico in questo senso il gestaccio che il sindaco di Torino, Piero Fassino, ha compiuto verso una pattuglia di tifosi del Torino, che l’aveva pesantemente contestato nel corso di un comizio. Il primo cittadino del capoluogo sabaudo ha mostrato il dito medio e ha proferito qualche parola di troppo; ma ha smentito immediatamente ogni addebito di fronte all’indignazione popolare. Si è scusato soltanto a fine giornata, dopo che era spuntato un video che lo riprendeva mentre effettuava l’insano gesto. In qualunque altro Paese civile il fatto di aver spudoratamente mentito avrebbe portato alle dimissioni di un esponente politico. Invece in Italia finisce sempre “a tarallucci e vino”: il comportamente bugiardo e maleducato di un sindaco viene derubricato a veniale intemperanza caratteriale. Riflettiamoci: un politico che oggi mente per coprire una gestaccio, quale grado di affidabilità ci garantirà domani su vicende ben più importanti? Si individua proprio in questo l’inciviltà di ritorno che colpisce la politica italiana. I nuovi barbari non sono accalcati alle nostre porte, ma siedono già sugli scranni del potere e sono l’attuale classe politica. Sono i fustigatori della morale a intermittenza, i sostenitori politically correct solo quando fa comodo; quelli per i quali esiste il pensiero unico: chi è contro di me non vale nulla.

Marco Fontana - Pubblicato da LA VOCE DELLA RUSSIA

 

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