Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
24 giugno 2014

Italia, la Corte dei Conti dà del surrogato a Renzi

Che cos’è un surrogato? Possiamo trovarne la definizione su Wikipedia, la quale recita così: un surrogato è un prodotto di largo consumo, sviluppato in condizioni di necessità (tipicamente in tempo di guerra o sotto embargo) in sostituzione di un altro prodotto comune, quando quest'ultimo non si può più importare o produrre a causa di una improvvisa interruzione delle vie commerciali.

Viene spesso associato a bassa qualità, e ha spesso connotazione negativa. Chissà se il nostro presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si è preoccupato di leggere questa descrizione, dopo che recentemente la Corte dei Conti nel suo “Rapporto 2014 sulla finanza pubblica ha affermato: Il bonus di 80 euro? E’ soltanto un “surrogato” che ha per di più contribuito allo “svuotamento” della base imponibile Irpef. La Corte ha perciò rifilato un secco schiaffone al premier, che era appena uscito vincente dalla tornata elettorale europea grazie anche allo “spot” degli 80 euro al mese.

Nella sua lucida analisi, la Corte dei Conti fotografa in modo perfetto la “bischerata” che si cela dietro alla proposta politica di Renzi. L’Irpef presenta ormai dei limiti specifici e andrebbe riformata per garantire una effettiva progressività e redistribuzione dell’imposta, dichiarano i giudici, i quali aggiungono poi che scelte selettive, rientranti nell’ambito proprio e naturale della funzione dell’Irpef, affidate a strumenti ‘surrogati’ come ‘prelievi di solidarietà’, ‘bonus’, ‘tagli retributivi’, sono all’origine di un sistematico svuotamento della base imponibile Irpef, finendo per intaccare la portata e l’efficacia redistributiva dell’imposta. Il sistema tributario italiano è caratterizzato da un livello di prelievo eccessivo e mal distribuito. Nel 2013 la pressione fiscale era pari al 43,8% del Pil, quasi 3 punti in più rispetto al 2000 e 4 in confronto alla media Ue. Ha un peso eccessivo e su questa è necessario intervenire in modo deciso e definitivo.

È vero, l’elargizione degli 80 euro al mese possono aver dato a una ristretta fetta della popolazione italiana l’apparenza ingannevole di una ventata di ottimismo. La Corte dei Conti, però, ci richiama alla realtà, affinché i nodi vengano presto al pettine. E d’altra parte basta farsi un giro in questi giorni per i CAF (Centro di Assistenza Fiscale) e per gli sportelli bancari per vedere come l’umore dei cittadini sia molto diverso da quello che avevano il 25 maggio scorso, ora che si trovano costretti a pagare la Tasi, la nuova imposta sulle abitazioni che proprio il governo Renzi ha ratificato non appena si è insediato.

La verità è che le politiche da spot pubblicitario, come gli 80 euro di oggi o l’abolizione dell’Ici/Imu di ieri, hanno sì il grande pregio di spostare enormi quantità di voti, ma non possono andare oltre, essendo incapaci di offrire vere riforme di medio o lungo termine, per migliorare uno Stato che costa troppo e che spreca ancora di più. In questi anni la spesa nazionale si è ridotta in valore assoluto, non a causa dei tagli agli sprechi, bensì grazie al forte sacrificio degli investimenti pubblici. Si pensi, ad esempio, all’edilizia scolastica: nonostante le visite settimanali di Renzi che piacciono tanto ai media e ai cittadini teledipendenti, in Italia continuano ad esserci 2.000 scuole che espongono i loro 342.000 alunni al rischio dell’amianto (come certificato dal Censis). Negli oltre 41.000 edifici scolastici statali si stima che vi siano 24.000 impianti elettrici, idraulici e termici che non funzionano, sono insufficienti o comunque non a norma. Sono 9.000 le strutture con gli intonaci a pezzi. In 7.200 edifici occorrerebbe rifare tetti e coperture. Sono 3.600 le sedi che necessitano di interventi sulle strutture portanti. L’attuale premier non ha presentato assolutamente nulla al riguardo, ma non potrebbe essere diversamente, vista la faticaccia che ha fatto per trovare la copertura sugli 80 euro mensili. Figuriamoci quindi cosa avrebbe potuto realmente fare per investimenti più cospicui: nulla.

D’altra parte è normale che gli italiani abbiano abboccato all’amo degli 80 euro in un questo interminabile momento di crisi. Resta purtroppo la preoccupazione per un Paese dalle grandissime potenzialità che viene amministrato da ottimi venditori di pentole senza coperchi. Nessuno escluso, dall’estrema sinistra all’estrema destra. L’offerta politica ormai viaggia sulle frequenze della proposta-choc, dimenticando che una tale linea porta con sé un costo sociale che sta generando effetti irreparabili sulla qualità della vita degli italiani. È proprio questa politica che al posto di riforme degne di questo nome sceglie puntualmente delle soluzioni surrogate, cioè di infimo livello, ma di forte impatto emotivo, per ottenere consenso fin da subito, pur accettando la conseguenza di condannare il Paese all’immobilismo.

di Marco Fontana - pubblicato da VOCE DELLA RUSSIA

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