Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
05 agosto 2014

Italia campione del mondo, ma di tassazione

La creatività è una caratteristica che appartiene da sempre agli italiani. Simbolo di tensione verso la perfezione nell’arte, nelle esplorazioni, nella scienza, insomma attrattore di ricchezza e di benessere. Non deve quindi stupire che la politica, oggi, dopo aver dilapidato quanto di buono fatto in duemila anni di storia, impieghi proprio tale meravigliosa qualità italica per tamponare i disastri della gestione ordinaria della cosa pubblica.

E così in pochi anni, archiviata la finanza creativa del ministro Tremonti, si è passati alla tassazione ipercreativa dei presidenti del Consiglio designati dall’alto senza il consenso popolare: il trittico Monti-Letta-Renzi. Un triumvirato di abili scassinatori dei portafogli altrui come difficilmente se ne ricordano nella storia del Belpaese. Chissà cosa direbbe oggi Luigi Einaudi, vedendo come è ridotto il Paese che contribuì a costruire, lui nemico della doppia imposizione fiscale e nume tutelare del patrimonio privato. Ormai la pressione fiscale effettiva ha toccato il 54%, record assoluto nel mondo, e si può quindi affermare di aver superato il limite della doppia tassazione. L’Italia è arrivata a tassare anche 3 o 4 volte lo stesso bene, in via diretta o indiretta. Un esempio eclatante è la casa, divenuta il bancomat dei Governi dal 2011 ad oggi, come aveva denunciato tra l’altro dal presidente nazionale di Confedilizia Sforza Fogliani.

Proprio sulla casa si scatena la fantasia governativa nel tassare e ritassare lo stesso bene, inventando per ogni balzello i nomi più improbabili. Ricordiamo che nel 2011 esisteva una tassa sugli immobili che si chiamava Ici, la quale assicurava 9,2 miliardi di euro allo Stato; nel 2012 si è passati all’Imu, il cui ricavato balza a 23,7 miliardi; nel 2014 la tassa, sdoppiandosi in Imu e Tasi, dà un incasso da capogiro di 27 miliardi di euro. Insomma cambiano i nomi, ma la mattanza del risparmiatore italiano è sempre più atroce. Se esistesse una coppa per la capacità di triplicare i sacrifici degli italiani, gli ultimi tre presidenti del Consiglio meriterebbero il titolo di campioni del mondo!

Il problema è che ai nostri politici non basta solo imporci l’ennesimo prelievo fiscale: qui si arriva alle soglie della fantascienza. Una recente novità è la sforbiciata unilaterale ai propri debiti; difficile da credere, ma è davvero così: unilateralmente, con un comma nascosto all’interno del decreto fiscale, senza alcuna comunicazione, il premier Renzi e il ministro dell’Economia Padoan hanno deciso di risparmiare sulle tasche dei proprietari che affittano stabili allo Stato. Un bello sconticino per decreto pari al 15% degli attuali affitti, forse legittimato dalle ragioni di spending review: peccato che questa benedetta revisione della spesa la debbano sempre fare solo i privati cittadini, mai l’elefantiaca macchina amministrativa dello Stato. D’altronde la mancata crescita del Pil allo 0,8%, come previsto ottimisticamente dal Governo, doveva ben pagarla qualcuno…

Alla faccia di quella norma costituzionale che dice La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme, in Italia pagano sempre gli stessi. Questo articolo della Costituzione è diventato carta straccia, mortificato da un infinito susseguirsi di Parlamenti che hanno dilapidato i soldi degli italiani. E ormai è chiaro a tutti che il governo Renzi non fa eccezione rispetto al passato. In queste ore è spuntato anche il taglio orizzontale sugli stipendi dei funzionari pubblici, pure per quegli avvocati dello Stato che rischiano di prendere una miseria dopo una vita di concorsi e di studio. E infini c’è il possibile prelievo forzoso sulle pensioni e il tira e molla sulla deroga alla legge Fornero, che coinvolge il diritto di andare in pensione per 4mila insegnanti.

È un modo di governare schizofrenico che gioca indisturbato con le vite di milioni di italiani. Nel frattempo, la Guardia di Finanza ha scoperto nel 2013 8.315 evasori totali, che hanno occultato redditi al fisco per 16,1 miliardi di euro. Pochi, pochissimi i fondi che vengono recuperati se si pensa che l’ammontare dell’evasione in Italia è pari a 180 miliardi di euro.

Il problema vero è che se il livello della tassazione continuerà a questi livelli, l’evasione è destinata ad aumentare, per pura sopravvivenza. D’altra parte quale legame di riconoscenza può avere un italiano per uno Stato che dalla mattina alla sera gli taglia stipendio e pensione? Forse il rapporto cambierebbe se si desse la possibilità agli italiani di revocare retroattivamente ai politici la loro indennità, se al termine dei cinque anni di mandato vengono verificati danni all’erario pubblico…ma questa, ahimé, per il momento è un’altra storia.

Marco Fontana - Pubblicato da Voce della Russia

Commenti
Non ci sono commenti a questo post