Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
14 agosto 2014

Troika e decadenza: rispunta il collaborazionismo e la voglia di farsi invadere

Che il patriottismo non sia una qualità radicata nel popolo italiano è cosa nota da tempo. La storia parla chiaro: l’italiano medio riscopre l’orgoglio nazionale solo in occasione dei mondiali di calcio, quando si affretta a comprare la bandiera tricolore da esporre sul balcone per non sfigurare col vicino.

Resta sempre attuale la chiosa di Winston Churchill, il quale affermò: Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio.

Il dramma è che da questo difetto non è immune neanche l’intelligenzia salottiera nostrana: in particolare quella rappresentata dai numerosi radical chic, o pseudo tali, che bivaccano nei più affermati quotidiani progressisti della Penisola e che al soldo dei propri padrini politici non perdono occasione per gettare fango sull’Italia.

Così in questi giorni assistiamo al ritorno di una strana e odiosa forma di “collaborazionismo” verso altri Stati, ai quali si chiede di invadere l’Italia. Per carità, non si invoca l’arrivo fisico di truppe straniere nel Paese, come avvenne nei moti del 1848 con gli Asburgo o durante la Seconda Guerra mondiale. Si tratta di una presa di posizione molto più subdola, nella quale si invoca il commissariamento del Governo italiano da parte della Troika europea, la stessa che è riuscita a mettere in ginocchio con le sue ricette miracolose Paesi come Grecia e Cipro, finiti loro malgrado sotto il “protettorato” di questi improvvisati salvatori stranieri. A perorare l’intervento della Troika è il quotidiano La Repubblica con un editoriale del suo fondatore Eugenio Scalfari, desideroso di rottamare il presidente del Consiglio Renzi. Dirò un’amara verità– dice il noto opinionista – che però corrisponde a mio parere ad una realtà che è sotto gli occhi di tutti: forse l’Italia dovrebbe sottoporsi al controllo della Troika internazionale formata dalla Commissione di Bruxelles, dalla Bce e dal Fondo monetario internazionale. Capisco– continua Scalfari, che sente di doversi giustificare sapendo di averla sparata grossa – che dal punto di vista del prestigio politico sottoporsi al controllo diretto della Troika sarebbe uno scacco di rilevanti proporzioni, ma a volte la necessità impone di trascurare la vanagloria e questo è per l’appunto uno di quei casi. Sulla stessa lunghezza d’onda troviamo Alberto Quadrio Curzio, docente emerito della Cattolica di Milano che dalle colonne de Il Mattino di Napoli ha affermato: Avremmo anche noi dovuto utilizzare lo scudo europeo e accettare la Troika. E di qui a breve, c’è da starne certi, seguiranno altri vassalli a perorare l’invasione “leggera” dell’Italia.

Ahimé, nessuno di loro si è preoccupato di quell’invasione già avvenuta nel tessuto produttivo italiano da parte di aziende estere, anzi l’hanno spesso definita salvifica, assistendo inermi alla cessione pezzo dopo pezzo di parte dell’eccellenza del “prodotto italiano”. Tale scempio si è compiuto anche grazie alle deregolamentazione effettuata proprio dalla Troika. È recente la notizia comunicata dalla Cgia di Mestre circa l’aumento vertiginoso di imprese nostrane a guida straniera: tra il 2012 e il 2013 sono aumentate del 3,1%, toccando il valore assoluto di 708.317. Quelle condotte da cinesi hanno addirittura registrato un boom, essendo cresciute del 6,1%, superando la soglia delle 66.000 unità. Niente a che vedere con lo sconfortante risultato conseguito dalle imprese italiane che, purtroppo, sono diminuite dell’1,6%. Si pensi che rispetto al 2008, le attività economiche cinesi presenti in Italia sono aumentate addirittura del 42,9%. Un dato che dovrebbe allarmare i giornali italiani, ma nessuno se ne occupa: si ulula alla luna per le percentuali di disoccupati in continua crescita, mentre in silenzio si sta permettendo un’inesorabile colonizzazione del motore produttivo del Paese. Così come in pochi hanno denunciato che la Cassa depositi e prestiti Spa ha ceduto per 2 miliardi di euro ai cinesi di SGID (State Grid Corporation of China) il 35% del capitale sociale di CDP RETI Spa, con al suo interno Terna e Snam Rete Gas. Solo il Fatto Quotidiano, in controtendenza, ha avuto il coraggio di affermare che Ambrose Evans Pritchard, columnist del Telegraph, scrive come l’eurozona si stia rilevando per l’Italia una lenta tortura.

Un messaggio che dovrebbe far riflette e anche molto, prima che qualche pennivendolo inviti a “farsi invadere” pacificamente da potenze estere.

Marco Fontana - Pubblicato da VOCE DELLA RUSSIA

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