Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
24 settembre 2014

Italia, si allarga il fronte contro le sanzioni a Putin

È sempre più ampio il fronte italiano degli amici di Putin e della Russia. Dopo Lega Nord e Fratelli d’Italia, che hanno criticato la faciloneria del governo Renzi nell’accodarsi alle sanzioni anti-russe, si schiera apertamente anche Forza Italia, il primo partito del centrodestra, da sempre amico di Putin.

Seppure non clamorosamente come in Francia, dove un gruppo di agricoltori ha dato fuoco all’Agenzia delle Entrate, la discesa in campo degli “azzurri” ha un grande peso specifico, e palesa il disagio degli italiani verso una mossa dell’Ue che non comprendono e che vedono nella sua portata autodistruttiva: per il 2014, infatti, il Centro Studi di Confindustria prevede un danno all’export di circa 1,4miliardi di euro. E parliamo solo del settore agroalimentare.

La Voce della Russia ha interpellato Giovanni Toti, consigliere politico di Silvio Berlusconi, per analizzare i cambiamenti del quadro politico italiano e internazionale dopo la crisi ucraina.

- Qual è la posizione ufficiale di Forza Italia sulle sanzioni contro la Russia?

- Sono inutili e ingiuste. Danneggiano mortalmente i nostri industriali e non sono efficaci ai fini della pace. La tensione in Ucraina va sciolta con il negoziato, come di solito avviene nelle crisi regionali, a maggior ragione perché qui è coinvolta una delle due superpotenze mondiali. Queste misure allontanano da noi la Russia e invertono dieci anni di politica estera italiana, che soprattutto grazie ai rapporti di stima e fiducia reciproca tra i presidenti Berlusconi e Putin era votata a un grande ruolo della Russia in Occidente. Le scelte scellerate dell’Ue avvicinano pericolosamente la Russia ai mercati di Cina e India, che sono tra l’altro acquirenti di materie prime molto più appetibili di un’Europa nella quale il mercato è esausto.

- Sembra proprio che Renzi e più in generale i leader europei le stiano provando tutte pur di aprire una crisi internazionale...

- Con Pratica di Mare e con l’ingresso della Russia nel G8, voluto da Berlusconi nel 2001, eravamo riusciti a tenere la Russia attaccata al blocco occidentale come partner strategico, addirittura l’avevamo avvicinata alla NATO con l’accordo di partenariato. Ma stanno distruggendo tutto in pochi mesi e francamente non se ne vedono neppure gli effetti diplomatici.

- Come agisce in concreto Forza Italia nel Parlamento Europeo e in seno al Ppe?

- Ieri il Parlamento europeo ha votato una risoluzione dai toni che non ci sono piaciuti: così Forza Italia si è astenuta, anche se il Ppe, nostro gruppo parlamentare, ha votato “sì” insieme con il Pse. Abbiamo rimarcato la nostra differenza in modo forte e unitario. Il capogruppo Gardini ha chiarito in aula che il nostro voto non è stato contrario solo per non creare ferite insanabili dentro il Partito Popolare. Il Parlamento europeo deve premere sul Consiglio dei Capi di Stato e sulla Commissione affinché rimuovano le sanzioni, si apra un dialogo, si inviino missioni di alto livello a Mosca per negoziare con il presidente Putin una tregua nell’area e un’equa composizione del conflitto: una soluzione che tenga assolutamente conto che gli abitanti di certe zone dell’Ucraina sono di origine russa, parlano russo e si sentono legati alla Russia, e che perciò questi fatti debbano essere salvaguardati.

- Qual è al momento la principale contraddizione dell’Ue?

- Non è possibile che tutto il mondo guardi al voto scozzese come un gesto di democrazia, mentre si considera il referendum di Crimea come una specie di buffonata. Non ne capisco il senso e con me milioni di italiani.

- Il presidente Berlusconi si era offerto come mediatore per l’Italia?

- Il presidente di Forza Italia si sente costantemente con Putin, in questi giorni. E ha riferito riservatamente a Renzi i risultati delle telefonate intercorse, in modo che il governo italiano si faccia un’idea non solo di quanto è grave la situazione, ma anche delle possibili vie d’uscita. Devo però dire che fino ad oggi le azioni della Mogherini non mi sono parse particolarmente efficaci né come toni né come risultati. Non vedo quella distinzione politica verso alleati Ue e alleati Nato, che potrebbe garantirci il ruolo di ponte in un dialogo. Ci siamo invece allineati alla posizione americana, che reputo piuttosto aggressiva: ciò è utile agli USA, non all’Europa e nemmeno all’Italia e al suo tessuto produttivo.

- La nomina forzata della Mogherini ha indebolito il semestre europeo dell’Italia?

- Il ministro degli Esteri europeo è pressoché inutile. Più che altro è un ruolo di rappresentanza che Renzi ha fortemente voluto contro la nostra opinione. Forza Italia avrebbe preferito un Portafoglio economico per arginare i falchi tedeschi e nordici. Oggi siamo accerchiati e non possiamo neppure incidere a livello di politica estera. Il pressing di Renzi sta facendo pagare un prezzo carissimo alla Mogherini, che ha dovuto abbandonare le sue posizioni originali sulla Russia; ed è anche vero che pure la Germania, che all’inizio era prudente, ha ceduto alle pressioni di Obama e di quei Paesi dell’Est che hanno un rapporto conflittuale con la Russia. Oggi l’Ue parteggia per loro in modo smaccato, indebolendo il suo ruolo di mediazione: quale credibilità abbiamo agli occhi di Putin?

- Molti elettori iniziano a nutrire dubbi sulle convergenze parallele tra centrodestra e Renzi. Forza Italia è ancora un’alternativa alla sinistra in politica interna?

- Forza Italia è senza dubbio l’alternativa al governo delle sinistre. E Renzi è un premier socialista. Sarebbe però ottuso rispondere in modo settario o non rispondere affatto alla sfida riformista che il premier ci ha lanciato. Quando discuti delle regole del gioco che valgono per tutti, quando parli di grande politica estera con scelte strategiche a livello economico e militare, un dialogo serrato è tipico di una forza democratica. Qui non ci sono zone grigie di inciucio: Forza Italia è opposizione e rimarrà tale.

- Dal 2011 l’Italia raccoglie solo record economici negativi, e Renzi negli ultimi mesi ne ha ottenuti di eclatanti. Che ruolo giocherà l’opposizione?

- Finora la politica economica di Renzi e delle sinistre è stata fallimentare. La ricetta è semplice: ridurre la pressione fiscale e la spesa pubblica, tagliare gli adempimenti burocratici che toccano le nostre imprese e liberalizzare il mercato, possibilmente valorizzando la meritocrazia per coloro che ci operano. Se non abbassi le tasse, il Jobs Act da solo non farà crescere l’occupazione. Invece Renzi sta sbagliando tutto, e spetta a noi riunificare le forze di centrodestra per aumentare le probabilità di vittoria. Mi ripeterò, ma la scelta di applicare le sanzioni Ue contro la Russia è l’ennesimo schiaffo al tessuto produttivo e alle famiglie italiane.

di Marco Fontana - Pubblicato da LA VOCE DELLA RUSSIA

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