Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
27 novembre 2014

Le lacrime di Turco e Fornero e la solitudine degli italiani

Il crollo di affluenza alle regionali di Calabria ed Emilia-Romagna attesta in modo drammatico il senso di profonda solitudine e abbandono che sta provando l’elettorato italiano. Non può essere letto diversamente il crollo dei votanti in un Paese che storicamente si recava in massa ad esprimere la propria preferenza.

I numeri sono schiaccianti: 5,5 milioni di elettori avrebbero dovuto recarsi a votare, e invece in Emilia-Romagna si registra un calo shock dell'affluenza (ha votato soltanto il 37,67% degli aventi diritto, ossia il 30,3% in meno rispetto al 2010) e in Calabria si è recato alle urne il 44,1% degli elettori contro il 59,26% del 2010.

In questo contesto sarebbe lecito aspettarsi che la politica si fermi a riflettere sulla sconfitta epocale appena incassata, figlia di anni di annunci ai quali sono seguite pessime pratiche: tassa-e-spendi, indebitamento ad oltranza, tagli orizzontali sui servizi. Un cocktail micidiale che ha ammazzato la speranza delle famiglie italiane. Il premier Renzi ha invece aperto il giro di danza della sua politica surreale con l’immancabile tweet: Male affluenza, bene risultati: 2-0 netto. 4 regioni su 4 strappate alla dx in 9 mesi. Lega asfalta Forza Italia e Grillo. Pd sopra il 40%. Liquida la questione dell’affluenza pensando ad affermare la propria vittoria, come un pedante studentello che è sempre il primo della classe. Ma la sua è una vittoria di Pirro, se si pensa che il Pd passa da 1.212.392.000 voti delle europee e dai 857.613 delle regionali 2010 agli attuali 535mila in un momento nel quale il premier dovrebbe ancora godere della luna di miele con l’elettorato tipica dei primi mesi di governo. L’apice dell’assurdo, comunque, lo ha raggiunto il giorno successivo, a urne chiuse. Mentre in un cassonetto delle vie di Palermo veniva ritrovata morta una neonata, Renzi affermava: L’affluenza è un problema secondario...Persone normali sarebbero felici per il Pd. Ovvio che l’affluenza non conti in un Paese in cui i capi del Governo vengono ormai scelti dall’alto e non dal basso, ma caspita, che uomo delle Istituzioni, che statista! Per lui contano più i commenti sul successo del suo partito che intervenire su un infanticidio.

Nessuna parola sull’astensionismo neppure da parte del leader della Lega Nord Matteo Salvini che, incassato un buon risultato per il partito, si esprime con questo tweet: Il pallone #Renzi si sta sgonfiando. La #Lega vola, la nostra Comunità cresce ovunque. Pochi amici fra i potenti, tanti Amici fra la gente. Anche Salvini si scorda di commentare la vera notizia del giorno: il divorzio degli italiani dai partiti politici, da tutti i partiti politici. Ormai qualsiasi formazione in Parlamento è minoranza nel Paese reale.

Ci chiediamo come la politica potrebbe essere diversa da quella che è a metà del presente decennio. Le uniche risposte che troviamo sono agghiaccianti. Il pianto dell’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero rimarrà negli annali dell’isteria politica. Un pianto liberatorio della frustrazione di anni d’insegnamento nei quali la professoressa Fornero non avrebbe mai creduto di vedere applicata la sua “cura” al malato Italia. E che nulla ha a che vedere con le sofferenze che avrebbe fatto patire ai propri cittadini, intervenendo come al solito retroattivamente sulla certezza dei diritti acquisiti.

Ci inquieta ancora di più il recente pianto dell’ex ministro Livia Turco, che si è lasciata andare a tracimante commozione affermando: Mi fa soffrire vedere tanti che non si iscrivono più al Pd, chiedo a Renzi di avere considerazione di queste persone, faccia uno sforzo inclusivo, la sinistra non è un ferro vecchio. La Turco è l’emblema di una casta che ha perso qualsiasi contatto con la realtà e che vive in un mondo parallelo, dove c’è spazio solo per l’interesse personale alla faccia del bene comune.

Nei primi 9 mesi di quest’anno sono cresciuti del 59,2% i suicidi per cause economiche. E per la prima volta, da quando nel 2012 il Laboratorio di Ricerca Socio-Economica della Link Campus University di Roma ha istituito l’Osservatorio suicidi per crisi economica, il numero maggiore di vittime si concentra tra i disoccupati e non tra gli imprenditori. L’aggiornamento dei risultati decreta una vera escalation di episodi tragici. Per queste persone nessun pianto, nessuna recriminazione da parte dei governanti. A preoccupare questi ultimi, invece, sono le tessere di un partito o la presentazione di una riforma che creò 130mila esodati, con un dramma sociale ancora oggi non risolto. I nostri politici versano lacrime di coccodrillo, copiose, false e sempre a posteriori.

di Marco Fontana - Pubblicato da LA VOCE DELLA RUSSIA

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