Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
10 dicembre 2014

Italia, su canone Rai si misura la schizofrenia politica

Il tentativo di far pagare il canone Rai insieme alla bolletta elettrica è l’ennesima botta di follia di una classe di governanti in preda a una crisi perenne di nervi, la quale non potendo risolversi con alcuna capacità taumaturgica si affida all’unica cura che il Legislatore pare conoscere: quella della tassa occulta.

Il canone veniva in origine descritto come corrispettivo di un servizio essenziale, per poi essere trasformato in un’imposta dovuta a prescindere dalla fruizione del servizio. Un trucchetto approntato velocemente dai politici quando gli italiani iniziarono a manifestare che quel servizio per loro non era poi così essenziale e che il carrozzone partitico della Tv di Stato poteva perfettamente reggersi sulle sue gambe, ma non coi loro “pantaloni”.

Da parecchi anni, gli italiani non sanno cosa farsene di quel “posto in prima fila” divenuto un tormentone pubblicitario per combattere l’evasione sul canone, e hanno cercato di spiegarlo in tutti i modi ai propri rappresentanti in Parlamento. Ma è difficile parlare con dei sordi, specialmente quando questi ci sentono benissimo, ma non vogliono perdere la possibilità di lottizzare tre canali e spartirsene i vertici e con essi anche i contenuti dei format televisivi. Non si comprende quindi come il governo Renzi abbia provato il colpo audace dell’inserimento del canone nella bolletta della luce giustificandola con la questione della lotta all’evasione. Perché se è vero - come è stato detto nei giorni caldi del tentativo governativo - che il balzello Rai è il più basso d’Europa (113,5 euro contro i 131 della Francia, i 174,5 del Regno Unito e i 215,7 della Germania) e che l’Italia è leader nell’elusione del pagamento con il 27% di non abbonati (contro 5% della Gran Bretagna e l’1% di Francia e Germania) è anche vero che il Belpaese rimane di gran lunga il primo in Europa per imposizione fiscale sui redditi e il secondo per tassazione dei patrimoni. Perciò raccomandiamo al nostro stimato governo di commissionare sempre degli studi comparati che registrino il livello di pressione fiscale a 360° e non solo laddove fa comodo. Forse il Legislatore farebbe meglio a capire il motivo per cui 5,9 milioni di cittadini evadono il canone. E magari anche comprendere che cosa ha rappresentato “Mamma Rai” negli ultimi anni: una Tv pubblica che fa da ascensore a personaggi graditi o sgraditi da questo o da quell’esponente del sistema partitico nazionale. Questa immagine deleteria si ripresenta ogni qual volta viene nominato il nuovo CdA o il direttore di qualche sede locale: è un estenuante susseguirsi di giri di valzer fino a quando sono tutti contenti.

Ovvio, questa situazione si riflette sulla scadente qualità dei programmi offerti dalla Rai. In un tale contesto è veramente difficile immaginare che per pagare il bollettino postale del canone si trovi la coda, ed è anche chiaro che chi lo fa, almeno in maggioranza, è semplicemente per senso del dovere, non certo per il gradimento dei format proposti. Con la sua proposta, peraltro accantonata per motivi tecnici, di collegare il pagamento della Tv a quello della luce, Renzi fa comunque finta di nulla: evita di metter mano a una riforma seria che il Paese chiede da anni e tenta di andare all’incasso, come sempre con una modalità che addossa un prezzo salatissimo a chi già lo paga. Infatti, da una parte propone una riduzione del canone, dall’altra lega il pagamento alle utenze rischiando di far pagare più volte il canone alla persona che abbia avuto l’ardire di risparmiare e di comprarsi uno o due alloggi, magari al mare o in montagna.

Comunque non ci stupiamo molto con questi ultimi governi decisi dall’alto, visto che in tre anni l’imposizione sulla casa è aumentata di 44 miliardi di euro. E poco importa se le vendite cadono in picchiata con un -53%, se il valore degli immobili sia calato del 20% in sei anni, se le famiglie italiane che pagano un mutuo sulla casa abbiano visto diminuire l’ammontare del proprio patrimonio di 1000 miliardi... tanto ora l’amatissimo premier vorrebbe aggiungere in modo furbesco pure anche il pagamento del canone.

D’altronde egli può sempre vantarsi di averci ridato 80 euro al mese (anche se poi sono poco più di 50, visto che sarebbero da spalmare su tutto l’anno): con questi soldi si potrà ben pagare il canone Rai! Ma il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Rispetto allo scorso anno, a causa dei conguagli delle varie tasse decise da Renzi, le tredicesime subiranno un taglio di 1,4 miliardi di euro, secondo Confcommercio. Una riduzione che porterà a un calo dei consumi del 3,1%. E così, al fine di ripianare il minor gettito, il premier dovrà esercitare il suo acuto ingegno per inventarsi una nuova tassa, più o meno occulta come il canone Rai. Insomma, è un serpente che si mangia la coda e che si mangia pure il futuro degli italiani.

di Marco Fontana - Pubblicato da La Voce della Russia

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