Al Festival su gag Siani si misura lo psicodramma della rete
Al Festival di Sanremo è andato in onda lo psicodramma della rete. Complice una battuta del comico Alessandro Siani su un bambino, seduto in prima fila e preso in giro per i chili di troppo. Una battuta sicuramente infelice, sicuramente non politcally correct, ma da quand'è che sui difetti fisici non si può fare ironia e prenderla sul ridere? In verità, a ben pensarci, sarebbe il caso di riflettere se non possa essere stata una occasione per parlare dell'obesità...
Ecco quello che non mi piace degli italiani che frequentano la rete (e non solo), subito a scagliarsi contro il comico senza sapere nulla su quel ragazzino. Bastano poche ore, ed ecco scoperto l'arcano: il bambino è una comparsa, insomma un attore. Probabilmente pure ingaggiata per la gag.
In Italia esiste un "peloso" giustizialismo morale sugli altrui difetti credo quasi unico al mondo. Nessuno però a commentare che a differenza della Brigata Rossa di pseudo intellettuali o comici di Fazio, Siani abbia rinunciato completamente al suo compenso per donarlo a due ospedali italiani che si occupano delle malattie dell'infanzia. Una scelta che secondo alcuni è stata pilotata dopo la gaffe ma che invece è nello stile dell'artista napoletano, il quale ci ha già abituati a gesti del genere: si ricordi ad esempio una analoga donazione per Pompei. Putroppo in Italia ci sono pisco comici ai quali è permesso di dire tutto perché difesi da un apparato vergognoso, mentre ad altri si perdona ben poco.
La verità è che questo Festival, almeno nella prima puntata, è stato finalmente un Festival vero con tanta musica, che può piacere o non piacere ma questi sono gusti personali, e poca politica dopo l'abbuffata alla quale ci avevano abituato i vari Fazio e Bonolis. Il presentatore, Carlo Conti, finalmente è stato tale e non un predicatore delle linee editoriali del cda Rai o dei soliti potentati.
Magistrale infine la scelta nel finale della rivisitazione della canzone "Il Carrozzone", affidata al duo Arisa ed Emma (fino ad allora molto in imbarazzo nei panni delle veline/vallette parlanti). Il Festival di Sanremo da tempo è bollato come tale da parte dell'opinione pubblica: un carrozzone. La canzone scelta quindi, oltre ad essere un omaggio alla musica italiana è anche da considerarsi, almeno secondo me, anche ad un invito a prendersi un po' meno sul serio e misurare i giudizi. Un invito anche per chi commenta uno dei pochi eventi che alla fine della fiera produce anche utili per l'azienda Rai nonostante cosa dica qualche esponente politico in queste ore.
di Marco Fontana