Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
05 giugno 2015

Italia, la strana democrazia del 20%

Come da costume italiano, le elezioni non sono mai seguite da una sconfitta. Nei commenti e nelle analisi delll’ultima tornata elettorale, tutti i partecipanti si dichiarano soddisfatti dell’esito.

Il premier Renzi ha definito molto positivo il risultato ottenuto dal suo partito: oggi sono cinque le regioni guidate dal Pd e dal centrosinistra. Si è passati in un anno dal 6 a 6 a un sonoro 10 a 2 sul centrodestra. Salvini, leader della Lega Nord, ha twittato: Grazieeeee! Felice e orgoglioso, al lavoro per mantenere gli impegni, crescere e vincere! Noi siamo la vera alternativa. Berlusconi ha chiosato: Avevo avvisato che ci sarebbe stata una sorpresa. Il risultato sarebbe potuto essere più largo se avessi presidiato le tv come ha fatto Renzi. Mi sono impegnato giusto nelle ultime due settimane e ho trascinato Toti in Liguria. Di Maio dell'M5S ha spiegato: Credevano fossimo un fuoco di paglia. Ma il Movimento è di sana e robusta costituzione. Questo è il risultato dei cittadini che chiedono un reddito di cittadinanza, di abolire Equitalia, di tagliare i privilegi a cui solo noi abbiamo rinunciato. La rivoluzione gentile continua. Giorgia Meloni infine ha annunciato:Alle regionali Fratelli d'Italia cresce e supera il 4% su base nazionale. Gli italiani premiano la nostra scelta di essere realmente di alternativi a Renzi e alla sinistra. E di impegnarci ogni giorno per risolvere i problemi degli italiani e non quelli dei poteri forti, delle banche, delle lobby.

Insomma, seguendo questo filo logico in Italia andrebbe tutto a gonfie vele. Nessun partito è uscito sconfitto o ridimensionato, anzi. Tutto è meglio di prima, per loro. D'altra parte, il fatto che i tre partiti principali, PD, M5S e Forza Italia, abbiano registrato una pesantissima flessione rispetto alle recenti europee conta poco in un Paese dove il diritto al voto è divenuto un optional. Le urne sono vissute con sufficienza dalla classe politica, tanto da sentirsi legittimata a convocare un'elezione proprio a ridosso del ponte del 2 giugno: una scelta che ha determinato 6 milioni di italiani a non poter votare, essendo già partiti per le vacanze.

La questione che sconcerta maggiormente è la faccia tosta con la quale tutti i politici cantano vittoria proprio quando il primo partito è l'astensionismo. Nessuno, veramente nessuno di loro ha detto una parola sulla scarsissima affluenza ai seggi: un cittadino su due non ha votato! Ed eccoci di fronte allo scandalo italico: i vari Emiliano, De Luca, Cerascioli, Marini, Rossi e Toti da domani governeranno le Regioni avendo raccolto i consensi di appena il 20-28% degli aventi diritto al voto. Questa la possiamo chiamare democrazia? Specifichiamo che il ballottaggio, che secondo Renzi risolve tutti i problemi nell'Italicum, in realtà è un Porcellum2: sappiamo tutti che ciò che funziona negli altri Paesi, in Italia perde senso. Infatti accade sempre che al secondo turno vota un 10-20% in meno di elettori, generando il paradosso che il candidato vincente ha preso più voti al primo turno che al secondo. Basta conoscere l'Italia, e i suoi flussi elettorali, per rendersene conto. Eppure, vedendo i commenti espressi dai politici, nessuno si preoccupa di questo problema. Al massimo qualcuno si avventura nel tema dell'astensionismo per affermare che avrebbe raccolto più voti, se più elettori avessero fatto il loro dovere. Questa miopia lascia atterriti: la classe politica non ha ancora compreso di essere stata rottamata nel suo complesso. Tale situazione non dimostra l'immaturità della democrazia italiana, come un disattento opinionista straniero, ma sancisce il divorzo tra popolo e governanti. Passano le generazioni, cambiano con lentezza le facce dei protagonisti, ma l'Italia continua ad essere un semplice terreno di conquista dei grandi lobbisti e finanzieri, che curano indisturbati i propri interessi grazie ai burattini di turno.

In un contesto del genere, c'è poco da stupirsi se in Campania viene eletto presidente della Regione un "impresentabile". Se si riduce il numero dei votanti, prende forza il voto mosso dagli interessi personale. La testata giornalistica "Il Foglio" ha parlato di partito trasversale dei figli domandandosi se la politica possa essere considerata passione di famiglia o patrimonio di famiglia. E infatti sono numerosi i figli di ex politici che hanno "ereditato i consensi" dagli illustri genitori. Numerosi anche i passaggi di casacca: il più noto è quello di Pomicino, uomo tanto acuto nella dialettica quanto astuto nell'assecondare i mutamenti dell'umore politico.

Visti i risulati di queste elezioni, sono in molti pensano di aver rottamato il rottamatore Renzi, ma il giovane fiorentino pare quello con più fame e ambizione: è quindi pronto a rimodellare il suo programma di governo pur di piegarlo ai desiderata elettorali. Così, nei prossimi mesi sarà interessante vedere le capriole funamboliche che si inventerà per tornare in auge tra i figli del nuovo '68, da lui varato nel 2014 a suon di bonus e di 80 euro.

di Marco Fontana - Pubblicato da Sputnik Italia
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