Marco Fontana
Marco Fontana
La voce delle Circoscrizioni
Circoscrizioni di Torino
19 settembre 2015

Alluvioni: un conto salato per l’inerzia italiana

L’ondata straordinaria di maltempo abbattutasi su Liguria ed Emilia-Romagna, in particolare sul Piacentino, ha causato morte e distruzione, riaprendo le annose polemiche sull’inerzia della politica italiana nell’attuare una concreta politica di prevenzione.

Difficile trovare una definizione migliore di quella trovata nel 2011 da Legambiente per definire gli analoghi eventi che flagellarono Liguria e Toscana: l'espressione disastri innaturali, coniata dal movimento ambientalista, riassume perfettamente la pesante responsabilità che grava sulla classe dirigente italiana. Una responsabilità frutto del cronico disinteressamento verso quegli investimenti essenziali per una corretta gestione e messa in sicurezza del territorio.

Recentemente l'agenzia di rating Standard&Poor's ha stilato una classifica dei Paesi maggiormente a rischio di danni derivanti dall'esposizione a catastrofi ambientali. In questa singolare "pagella" l'Italia è al quinto posto nel mondo e al secondo in Europa, con un "voto" di oltre 110 miliardi di dollari. Insomma, non si può dire che il Governo italiano non sia stato avvertito. Ma anche altre statistiche dovrebbero far alzare le antenne al nostro Legislatore. La prima arriva dalla sfera delle assicurazioni, in cui si denuncia come le alluvioni siano salite negli ultimi anni al quinto posto per le cause che provocano danni ingenti ai bilanci delle aziende. La seconda è costituita da un recente studio del Corpo forestale dello Stato, che ha rilevato come siano oltre 6.600 i Comuni (l'82%del totale), a insistere su aree ad elevato rischio idrogeologico: sarebbero cioè 5,8 i milioni di italiani che vivono in una situazione di potenziale pericolo. Non correre ai ripari in modi e tempi adeguati significa esporre le case degli italiani a un possibile danno di 3,5 miliardi annui. Ancora più preoccupante il dato che vede 7mila scuole e 550 ospedali a rischio per disastro idrogeologico.

Quindi è ovvio che calamità "innaturali" come quelle che stanno imperversando nel Piacentino facciano salire la rabbia naturale nell'opinione pubblica. Osservare le immagini di strade, abitazioni, scuole e automobili inghiottite dal fiume Trebbia ci ricorda un film già visto sul disastro di Genova dell'ottobre 2014, tanto per citare un evento recente. Anzi, per il capoluogo ligure è un proprio un telefilm a cadenza regolare, che viene trasmesso ormai da 40 anni: e anche in questi giorni la Liguria vive nel terrore del maltempo, perché poco o nulla è stato fatto in tutto questo periodo. D'altra parte, il bassissimo grado di attenzione della politica a questo argomento è facilmente misurabile dalla recente candidatura di Raffaella Paita a Governatore della Liguria per il Partito Democratico. Questo personaggio pubblico è stato iscritto sul registro degli indagati per omissione di atti d'ufficio, concorso in disastro colposo e omicidio colposo. Per carità, siamo ancora in una fase embrionale del procedimento penale, ma il fatto di non aver imposto un passo indietro alla candidata — anche solo per una questione di opportunità — la dice lunga sulla faciloneria e sulla supponenza dei nostri partiti politici.

Intanto, nel Belpaese continua a pagare Pantalone. Tra frane, allagamenti e alluvioni, negli ultimi 70 anni è stato causato un danno pari a 61,5 miliardi di euro. E di anno in anno gli eventi si moltiplicano d'intensità e numero. Nel 2014, secondo Cesi, sono state ben 19 le Regioni italiane colpite da almeno un evento calamitoso. E l'Institute for Environmental Studies di Amsterdam prevede che la frequenza delle esondazioni potrebbe aumentare da una media di una volta ogni 16 anni a una volta ogni 10, coinvolgendo anche più Stati. I

nsomma, di fronte a queste previsioni è quantomeno assurdo che il Governo non appronti piani straordinari di messa in sicurezza dei corsi d'acqua. Questo tipo di azioni preventive farebbe risparmiare miliardi di euro non solo allo Stato, ma anche ai cittadini e agli imprenditori che attendono per tempi biblici il risarcimento dovuto, e si tratta di un pagamento che quasi mai copre del tutto il danno subito. Sarà un caso che esista un portale web che si chiama "Alluvionati non rassegnati"? E proprio in questa settimana è approdata alla Camera la Delega di Legge per il riordino della Protezione Civile: un paradosso, visto che quest'ultima è uno dei fiori all'occhiello dell'Italia. Perché invece di mettere mano a un sistema di prevenzione tra i più invidiati del mondo, il Parlamento non si preoccupa di stanziare risorse adeguate per aprire tutti i piccoli e grandi cantieri indispensabili per evitare nuovi disastri annunciati?


di Marco Fontana - Pubblicato da Sputnik Italia
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